Regia di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado vedi scheda film
Merita sicuramente la visione questo omaggio di Wim Wenders ad uno dei maggiori fotografi del ‘900 (ed oltre), un autentico poeta della macchina fotografica che si trova a recitare nella parte di sè stesso, diretto da uno dei più poetici tra i registi. Ne risulta così un film mai noioso pur nella sua forma documentaristica, con immagini di rara bellezza corredate da inaspettato pathos ed autentica partecipazione nel descrivere in prima persona un pezzo di storia della fine del ‘900 tra guerre, carestie, povertà estrema e rivoluzioni sociali. C’è spazio anche e soprattutto per quelle radici a cui Salgado non solo ha voluto rendere omaggio ma che ha trasformato in un autentico atto di ribellione alla deforestazione imperante della sua terra d’origine, dando così nel suo piccolo un segno concreto di partecipazione sociale così come aveva fatto per tanti anni al seguito dei più derelitti della terra, non solo come passivo spettatore ma come curioso e affascinato creatore di immagini che sono anche le storie consegnate all’immortalità di chi vi è ritratto.
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