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Il sale della terra

Regia di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado vedi scheda film

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La recensione su Il sale della terra

di alan smithee
9 stelle

locandina

Il sale della terra (2014): locandina

FESTIVAL DI CANNES 2014 - UN CERTAIN REGARD

Quando il fiuto acuto e sensibile di quel grande uomo di cinema che è Wim Wenders si sofferma sul personaggio, lo addocchia, lo punta, lo fiuta e decide che c'è del materiale per girarci un documentario, quasi sempre ne esce qualcosa di speciale (Pina, Buema Vista Social club) o molto speciale (Lisbon Story, e questo “Sale della terra”).

La vta e l'opera del celebre fotografo brasiliano Sebastiao Salgado viene raccontata dallo stesso eccezionale artista e protagonista di una vita che sembra davvero un romanzo d'avventura o meglio un film emozionante: una vita che nasce come una di tante, ma che pian piano si disegna un suo percorso che pare in salita, duro, quasi impossibile, il cui tracciato accidentato percorre soluzioni impervie tralasciando sentieri spianati e apparentemente facili su cui incamminarsi: Salgado nasce da una famiglia di possidenti terrieri benestanti ma non ricchi, come ultimo figlio di otto e dopo sette femmine.

Poco propenso allo studio, riesce tuttavia a laurearsi in economia mettendo a frutto quanto appreso e dimostrando una certa dimestichezza negli affari e nelle speculazioni in cambi, che gli consentono di fare una veloce carriera bancaria. Ma il suo sogno è la fotografia, e la sua forza consiste nella determinazione di abbandonare tutto per dedicarvisi anima e corpo.

Forte di una moglie tenace ed intelligente, che lo capisce e crede nelle sue doti, nel suo sogno, e per questo è disposta a lasciarlo partire per mesi e mesi alla ricerca dei suoi orizzonti da riprendere ed immortalare, Salgado compie in cinquant'anni un'opera gigantesca, racchiusa in cicli e opere illustrate che l'autore impiega dai sei agli otto anni per terminare.

Opere complesse, abbaglianti, in cui il fotografo riesce con una finezza ed una intensità che ha pochi altri eguali a rendere e catturare l'istante più propizio per imprigionare un'espressione, un'azione fulminea, una scena di massa, un fenomeno atmosferico irripetibile, all'interno del suo obiettivo magico e prezioso. Le immagini di Salgado parlano da sé senza bisogno di commenti.

Wenders, che conobbe l'opera del maestro da un semplice acquisto di una sua foto ritraente una donna di colore cieca e velata, ne approfondisce la conoscenza; ne diventa amico, e decide, aiutato dal figlio del fotografo, di seguire il grande avventuriero in una sua missione alla ricerca di uno degli ultimi gruppi di elefanti marini. In quella occasione il grande regista documenta tutto il percorso di una vita, spesa a immortalare gli splendori della natura, gli orrori della guerra, i cataclismi accidentali e quelli provocati dalla mano faziosa e scellerata dell'uomo; ma anche fenomeni di massa, popoli sconosciuti allo stato primitivo, stragi provocate da guerre civili o da malattie pestilenziali.

Fino alla parentesi ecologica dell'ultimo ventennio, che ha visto il fotografo impegnato, grazie ad una idea della prodigiosa moglie, in un'opera di rimboschimento della propria tenuta di famiglia funestata da anni di forte siccità: un'azione benefica che ha consentito di mutare anche le ciclicità climatiche avverse facendo tornare la valle attorno alla tenuta il paradiso terrestre simile a quello dove Sebastiao Salgado nacque ormai molti anni fa.

Una storia che a raccontarla sembra una elegia, un tentativo di mistificazione, ma che è solo ed unicamente uno splendido e veritiero racconto di una vita tesa al massimo delle soddisfazioni e della riuscita. Guardare tutte queste straordinarie foto (e molte altre ovviamente) per credere.

 

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