Regia di Uberto Pasolini vedi scheda film
E' un film coraggioso .
Questo è il primo pensiero a fine visione .
Coraggioso perchè tratta un argomento difficile e perchè in qualunque modo si scelga di raccontare la storia si rischia di scadere nel patetico o nel consolatorio ...
Come non bastasse il protagonista ha di per sé i suoi bravi problemi esistenziali.
Dunque i funerali, perchè di questo si parla , in cui non è possibile trovare nemmeno il classico " cane" che segue il feretro .
Persone morte in solitudine di cui non si conosce nemmeno un parente od un amico, ed un impiegato comunale , John, che con impegno maniacale cerca di contattare qualche conoscente che possa o voglia accompagnare il defunto nel suo ulitimo viaggio al cimitero.
Spesso vediamo cerimonie in cui tutti fingono partecipazione tanto per farsi vedere piangere o per semplice convenzione sociale , del tipo ...non possiamo mancare ... e per assurdo mi trovo a pensare ad un ipotetico capovolgimento di situazione cioè funerali in cui fossero presenti solo ed sclusivamente coloro che davvero avevano apprezzato il defunto e che in ogni modo i funerali sono esclusivamente per i vivi , di questo son più convinta .
Non si tratta di cinismo , secondo me ovviamente , ed il problema non sarebbe questo , perchè ben vengano i funerali come momento di raccoglimento e ricordo di un "caro estinto" purchè Caro davvero , allora in quel caso , fermo restando sempre il valore per i Vivi, è giusto e perfetto perchè se nel momento della morte di noi non resta nulla , altra mia convinzione , la nostra immortalità sta nella memoria di chi ci ha voluto bene e nel modo in cui noi siamo stati in grado di farci ricordare.
Tutto il resto è nulla .
In questo caso John non potrebbe che essere ricordato solo dai suoi "morti" ( scena finale perfetta) e poi chissà ....senz'altro dalla dolce ragazza che per poco riesce a farlo uscire dalla solitudine ..
Lui ha vissuto solo tutta la vita , almeno a quanto ci è dato capire , e sinceramente alla fine ho pensato ad una forma di autismo vera e propria ( i segni ci sono tutti...quel posizionare sedia , piatto , forchette , penna , giacca ecc. non fanno parte solo di una mente meticolosa , di un fare ordinato ....), non si nota un accenno di curiosità in lui ,tantomeno di rabbia , nessuna emozione .
Vive in una bolla tutta sua ed il fatto che abbia costruito la sua vita attorno ad una famiglia di morti ( raccoglie in un album tutte le foto dei defunti a cui ha dato sepoltura ) è secondo me un altro segno di autismo .
Per lui il fatto di "sentire " il bisogno di dare una sepoltura decente a queste persone fa parte sempre di quel ricercare l'ordine , la prefezione ; per lui è incomprensibile quell'assenza di parenti o amci , ma questo esula da un vero coinvolgimento emotivo perchè se così fosse la sua partecipazione alla vita sarebbe diversa.
Scena emblematica è quella in cui scopre che uno dei morti e futuro incarico è suo dirimpettaio !!
L'ostinazione e l'impegno che mette nell'ultimo incarico prima del licenziamento fa sempre parte di quel suo cercare la perfezione del lavoro che si è prefisso, fino a quando incontra la figlia di Billy , ultimo ...paziente ...appunto, che pare incrinare finalmente la staticità della sua esistenza.
Il finale... dal un lato consolatorio con quell'ultimo incarico finito " bene" oltre ogni immaginazione e dall'altro , forse per smorzare il tutto, ecco la scena madre che fa pensare ...
Vivere appieno la nostra vita finchè ci siamo ....
Nessuno può essere mai davvero felice ....
E quindi ...questi funerali per chi sono e a cosa (chi) servono ....
Il protagonista , Eddie Marsan, lo ricordo in Il Segreto di Vera Drake, dove di fatto è un personaggio un attimo sopra questo , in quanto a stato d'animo .... e sempre così ....rigidino...ma in questo caso certamente in parte !
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