Regia di Dario Argento vedi scheda film
Disattivato il senso critico, trovo le ragioni di tanto osanna: c'è climax, sequenze al cardiopalma, autentiche impennate macabre; ma riattivatolo, scopro che dietro l’alone malsano che il film sprigiona, aldilà dell’immaginario schizoide, la progressione del racconto è slabbrata: una mera giustapposizione di scene madri. Laddove i più additano smarrimento e caos visionario, leggo disordine concettuale e incapacità di intrecciare le intuizioni visive alle maglie castiganti di un giallo che scricchiola. L’ironia, l'eros e la Nicolodi, poi, lasciano alquanto perplessi. A suo modo radicale e innovativo, affascinante, ma intimamente dissociato.
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