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Un professore tra le nuvole

Regia di Robert Stevenson vedi scheda film

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La recensione su Un professore tra le nuvole

di casomai
7 stelle

Protagonisti dalla simpatia spontanea in situazioni di comicità pasticciona, il tema del progresso che sconfina nell'incantesimo, giovani attori per favorire l'immedesimazione tra gli spettatori adolescenti, gag a volontà come in un cartone di Paperino. Tutto parrebbe già visto, ma tra le righe c'è un'insolita satira del modello sociale USA.

Avverte Oreste De Fornari che, se i film di Disney sono come zuccherini, attenti ché a volte gli zuccherini sono avvelenati. Un esempio? La sequenza del generale che, da una sala del Pentagono, intima allo strano oggetto volante di farsi riconoscere, annunciando che conterà fino a 10 prima di farlo abbattere a colpi di missili. E attacca: “1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8,...”, dopo di che l’oggetto scompare proprio dietro la cupola del Campidoglio. Il generale si ferma, perplesso: lanciare i missili significherebbe colpire l’edificio. Un preoccupato ufficiale gli dice all'orecchio che l'edificio pullula di senatori perché il Congresso è in seduta plenaria. Il generale ci pensa un attimo, poi riprende a contare: “... 9...”. Dopo di che, gli ingredienti sembrano desunti dal manuale del perfetto film disneyano formato famiglie. Protagonisti dalla simpatia spontanea in situazioni di comicità pasticciona, il tema del progresso tecnologico che sconfina nell'incantesimo, giovani comprimari per favorire una sana immedesimazione tra gli spettatori adolescenti, gag a volontà come se si trattasse di un cartone animato di Paperino. Buona notizia, una volta tanto non è Dean Jones con le sue faccette melense a impersonare i panni dell'eroe, bensì un interprete di prima classe come Fred MacMurray, con due comprimari della caratura di Keenan Wynn e Nancy Olson (la quale, non dimentichiamolo, ha fatto parte del cast di Viale del tramonto (1950), anche se la scheda di FilmTV non se la fila). E il tutto non nuota nella solita salsa all-American intrisa di ottimismo democratico e fiducia che tanto, prima o poi, arrivano i nostri. Anzi, tra le righe sembra insinuarsi un'insolita – per un film Disney – vena satirica della classe politica, dei militari, dei pescecani che speculano persino sulle scuole, nonché delle aberrazioni dello stesso modello sociale statunitense ("Sono americano! Vedete? Ecco le mie carte di credito!", dice il professore producendo dal portafoglio una lunga teoria di schede). Cosa più unica che rara per una produzione disneyana, si tratta di un film originariamente in bianco e nero, l'unico che io ricordi di aver visto. Il che fa sorgere inevitabilmente il dubbio che si tratti di un figlio di un dio minore, cinematograficamente parlando, non altezza della fama del creatore. Ma ecco che, a una ventina di minuti dall'inizio, la vecchia Modello T del professore si staglia nel cielo notturno, con Alonzo Hawk e suo figlio che guardano a bocca aperta, in una sequenza che ricorda il commovente finale di Peter Pan (1953). E la cara, vecchia magia disneyana torna a colpire.

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