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Bestialità

Regia di Peter Skerl vedi scheda film

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La recensione su Bestialità

di mm40
1 stelle

Una ragazza sorprende la madre che si fa montare dal fido doberman di famiglia; anche il padre scopre la zoofilia della donna e reagisce in maniera decisamente violenta. Dall'insieme di questi traumi, la ragazza una volta cresciuta si ritroverà ninfomane con un'insana passione per il coito canino.

 

Si sa che Enrico Maria Salerno in quegli anni accettava davvero di tutto, per problemi di natura economica, eppure questo Bestialità è probabilmente il punto più basso mai toccato dalla carriera del grande attore. Si tratta di un porno-soft con vaghe velleità erotiche (gli accoppiamenti sono brutali e mal messi in scena, nessun prurito coglie lo spettatore nel vedere tanto squallore e tanta mancanza di fantasia) realizzato da un sedicente cineasta svedese, tale Peter Skerl, che il solitamente attendibile Imdb.com riconosce in Virgilio Mattei, mestierante laziale di dubbie capacità tecniche-artistiche. A complicare la situazione ci si mette la titolazione di testa della pellicola, che si apre con "Un film di Peter Skerl" e si chiude con "Regia di Virgilio Mattei" (mentre la sceneggiatura è di Luigi Montefiori, alias George Eastman); a ogni modo, se non si discute di queste dubbie paternità e sul mistero dell'eventuale pseudonimo Peter Skerl, di Bestialità c'è davvero poco o niente da dire. Curiosa la pagina Wikipedia di Skerl, che ne parla come di un dotato cineasta svedese addirittura co-regista di un paio di film di Ingmar Bergman: già in questi pochi dettagli esonda la notoria fuffa propagandata dal portale che si autodefinisce 'enciclopedia libera'. Troppo libera, talvolta. A questa pellicola prendono parte anche Paul Muller (uno dei megadirettori fantozziani), una giovane Ilona Staller, Franca Stoppi, Philippe March, Leonora Fani e Juliette Mayniel; la trama è realmente pretestuosa, nel tentativo di nobilitare con qualche espediente narrativo/romanzesco una serie di sketch pornografici (mai esplicitamente hardcore, però) che attraggono presumibilmente il pubblico per i coiti di fattura umano-canina messi in mostra, ma che nella realtà concreta dei fatti non mostrano alcunchè di scandaloso o particolarmente imbarazzante. L'unica cosa positiva che viene da pensare, vedendo un'opera simile, è che - al di là dello squallore della forma e alla miseria dei contenuti - ai tempi poteva anche essere realizzata e avere qualche briciola di mercato. 1/10.

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