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Questione di tempo

Regia di Richard Curtis vedi scheda film

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La recensione su Questione di tempo

di Bardolin
8 stelle

Come potete leggere dalla mia recensione, questo film è semplicemente geniale. Non perfetto stilisticamente, ma uno dei migliori sentimentali, a mio avviso, dal 2010. Impeccabile nell'insegnamento valido per tutti, ora più che mai.

Il binomio amore-tempo

Un film capace di rapirti fin da subito, di coinvolgerti nella storia e, infine, di tornare nella realtà cambiato e diverso da come eri prima. 

Richard Curtis torna per l’ultima volta nelle sale con una fiaba romantica, a tratti divertente, che trova il giusto equilibrio tra emozioni forti e momenti di sana ilarità catturando lo spettatore con dialoghi brillanti sollevando dalla banalità un film che altrimenti avrebbe il sapore di qualcosa di ‘già visto’.

Tim, interpretato da un esemplare Domhall Gleeson, viene a sapere dal padre che i maschi della propria famiglia hanno da sempre il potere di viaggiare a ritroso nel tempo, con brevi salti temporali utilizzabili a discrezione personale. Così inizia il viaggio interiore di Tim alla scoperta della vita, che lo porterà inevitabilmente a prendere decisioni importanti e irrevocabili.

 Un film dall’inequivocabile sapore British, una storia sentimentale abbellita dalla fotografia brillante di J.Gulaserian su sfondo vintage, che ben accompagna il confine sottile tra il possibile e l’improbabile evocando altre pellicole di Curtis, dove i fili degli episodi si intrecciavano per un sapiente gioco del caso. Qui, invece, una singola storia viene condita di pura fantasia, per regalarci nel ritorno al passato, il continuo remake del futuro. Un gioco di ruolo, dove azione e reazione moltiplicate all’infinito sono sempre nuove, diverse e impreviste, offrendo la sensazione di essere di fronte a tante trame in una sola, peccato che questo stratagemma, oltretutto non di nuova invenzione, generi in alcuni momenti confusione nello spettatore, perso talvolta in alcune dinamiche dei passaggi. Del tutto convincente invece lo svolgersi della storia d’amore tra il protagonista e Mary, dove Richard ha reso i protagonisti privi di maschere e nudi nei propri sentimenti: Geniale e provocatorio è stato il primo incontro tra i due futuri sposi, al buio, che ha acceso in entrambi i cuori una fiamma così potente da durare in eterno solo attraverso l’essere se stessi e il dialogo, una fiamma così forte da tradursi in amore, insegnando che il sentirsi a proprio agio con l’altro va anteposto all’attrazione e all’apparenza fisica. Il capolavoro ricalca lo stile di Curtis, dove concede alla musica un ruolo di primo piano; assolutamente di pregio la scena del matrimonio all’aperto, nel bel mezzo della bufera con la geniale scelta di porre ad accompagnamento musicale “Il Mondo“ di Jimmy Fontana.

Ma come ogni magia, anche quella di Tim ha norme e limiti, che devono essere rispettati e accettati seppur in situazioni scomode , per non cedere alla fascinazione di interpretare una farsa da supereroe. Ben presto quindi il giovane uomo, ormai padre, si accorge di non poter mettere una pezza a tutto, perché la coperta sarà sempre troppo corta, in fondo il film costruisce un saggio sulla vita e sul suo consumarsi nello scorrere inesorabile del tempo.

Una bella storia di sentimenti, che non limita l’amore, ma lo dilata comprendendo tutte le sue declinazioni e toccando con grande delicatezza anche la relazione familiare tra fratello e sorella e il rapporto davvero struggente che Tim ha con suo padre, dal quale impara a sua volta ad essere padre. Proprio il bagaglio emotivo del genitore sarà la molla che, per un crudele meccanismo del gioco, gli farà rinunciare alla sua presenza fisica per sempre, regalandoci un ultimo commuovente momento sulla spiaggia con il proprio figlio, che muove facilmente le corde personali dello spettatore.

Velato attacco alla vita moderna o rassicurante ritorno ai buoni sentimenti, comunque si interpreti  questa fiaba, lascia un messaggio costruttivo che invita a cogliere l’attimo dei nostri percorsi di vita, a lasciarsi guidare dalle emozioni senza farsi ingannare dal primo sguardo, per relativizzare il tempo, fermando il suo scorrere perpetuo almeno la durata di uno sguardo o di un sorriso, perché se è vero che il mondo non si è fermato mai un momento, è altrettanto vero che ognuno può scegliere la propria velocità di navigazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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