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Pinuccio Lovero Yes I Can

Regia di Pippo Mezzapesa vedi scheda film

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La recensione su Pinuccio Lovero Yes I Can

di pazuzu
8 stelle


In un documentario intitolato Pinuccio Lovero - Sogno di una morte di mezza estate, nel 2008 il regista Pippo Mezzapesa presentò al mondo un uomo la cui ambizione nella vita era trovar posto come custode del cimitero della sua Bitonto, e raccontò la curiosa storia della sua formazione professionale in quello più piccolo di Mariotto, una frazione della città, presso il quale fu chiamato a lavorare temporaneamente in attesa della scelta del nuovo titolare, e presso il quale non ebbe mai l'opportunità di seppellire nessuno perché nessuno - in quell'angolo di Puglia - durante i suoi otto mesi di servizio morì. Approdato al lido al grido di «Riporterò la morte a Venezia», il film diede al necroforo una buona dose di notorietà, con ospitate in tv e servizi ai tg.

A quasi cinque anni dai fatti ivi narrati costui ha visto esaudirsi quello che era il suo desiderio di allora, trovando impiego finalmente nel cimitero maggiore. Ma le telecamere e la relativa fama, che pur l'hanno aiutato, non gli hanno ancora cambiato la vita del tutto: alla luce di quell'esperienza si considera infatti un attore, e aspira a recitare accanto a Lino Banfi o Checco Zalone, oppure a partecipare a un'edizione dell'Isola dei famosi; nessuno però dal mondo dello spettacolo sembra ricordarsi più di lui.

 


Bramando la celebrità ma cercando di tenersi comunque su un piano più congruo alla sua realtà attuale, Pinuccio continua ad avere a cuore il suo posto di lavoro, che è il posto in cui i defunti devono essere accolti e il loro ambiente curato, e per il quale si sente in grado di proporre e fare molto, se messo in condizione: decide così di sfruttare le elezioni amministrative previste per il maggio 2012 per candidarsi a consigliere comunale con Sinistra Ecologia e Libertà, pubblicizzando un programma interamente dedicato al tema (un programma «a livello cimiteriale», per dirlo con parole sue) attraverso un manifesto inequivocabile dove lui è a mezzobusto con sguardo fiero e divisa d'ordinanza con sullo sfondo il camposanto e in calce lo slogan: «Pensa al tuo domani!», e senza negarsi una sortita per le vie cittadine nel carro funebre d'ordinanza adeguatamente tappezzato nonché agghindato di megafono, con un amico improvvisato speaker che invita a votarlo per poter «riposare in pace».

 


Ad affezionarsi a questa sua nuova sfida è ancora Pippo Mezzapesa, che riparte da dove s'era fermato pochi anni prima, mostra Pinuccio - con la sua ingenuità e il suo slang esuberante - uscir fuori dal suo guscio ma restar più che mai dentro le proprie ossessioni, e segue - passando in rapida rassegna anche altri soggetti a dir poco stravaganti pescati nel sottobosco delle varie liste - la sua bizzarra campagna elettorale dall'inizio fino allo stralunato epilogo, quando a tirare le somme invitandolo alla riflessione sarà nientemeno che il capopartito Nicky Vendola in un dialogo onirico e surreale: come e più che nel film precedente, infatti, in questo Pinuccio Lovero - Yes I Can il regista (bitontino anch'egli) opera con estrema naturalezza una contaminazione tra realtà e finzione scenica, uno scivolamento fisiologico del documentario nella commedia e viceversa, e realizza una parabola che, attraverso il discorso particolare sul becchino per vocazione ed attore per caso, sulla sua 'discesa in campo' e sulla sua aspirazione al presenzialismo cine-televisivo, parla dell'Italia della spettacolarizzazione ad ogni costo e di come la lente deformante dei media possa snaturare e gonfiare all'inverosimile i sogni 'a portata di mano' della sua gente, propone una risposta a stretto giro - autoironica e genuinamente farsesca - a Reality, la fiaba tragica di Matteo Garrone, e celebra - come annunciato nel trailer e nel sottotitolo - il metaforico funerale di una politica che ha ormai quasi totalmente smarrito la civica sacralità che dovrebbe esserle propria.


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