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Calvario

Regia di John Michael McDonagh vedi scheda film

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La recensione su Calvario

di mck
8 stelle

Senza un lamento, neppure in gaelico: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?».

 

 

Il suicidio di Gesù.
Occhio per occhio (altrui), dente per dente (estraneo), ovvero: uccidere un (terzo, nello specifico un secondo) innocente.

 


“Cos'è la fede? Per molti individui è solo paura della morte, nient'altro che questo. E se non c'è altro, è molto facile perderla.”

 


Irlanda, tra la Monument Valley e il mare. Padre James sta per morire. Un suo parrocchiano, durante il rito della confessione, dopo avergli raccontato di essere stato violentato per anni, dall'infanzia all'adolescenza, da un altro prete oramai morto, gli ha dato appuntamento di lì a 7 giorni alla spiaggia, in riva al mare, per domenica prossima, occasione che sfrutterà – è una promessa – per ammazzarlo: non avrebbe senso, dice, uccidere un cattivo prete, ma ucciderne uno buono...quello sì che sarebbe uno shock, chiosando con: “Uccidere un prete di domenica: sarà perfetto.” Lui lo conosce, è un suo parrocchiano; noi, non lo vediamo, rimane sempre fuori campo. In séguito, potremmo intuirne l'identità, cogliendone l'essenza, scartando gli altri contendenti, eliminando gli estremi di razza, età e ceto sociale.

 


- “Dovremmo chiederci: «Cosa vuole quest'uomo?». Beh, vuol essere amato, certo, tutti vogliamo essere amati. Altrimenti vuol essere...ammirato. Altrimenti vuol essere...temuto. Altrimenti vuol essere odiato e disprezzato. Dovremmo guadarci da chi vuol essere odiato e disprezzato, non crede?”
- “Credo che lei l'abbia letto in un libro, Eminenza.”

 


L'opera seconda scritta e diretta da John Michael McDonagh (“the Guard” e “War on EveryOne”) - fotografata da Larry Smith, come la precedente, montata da Chris Gill, come tutte, e musicata da Patrick Cassidy - dialoga, a distanza di un biennio (senza scomodare, m'ad ogni modo considerandone l'eredità, Bresson e Buñuel, passando per Hitchcock e giungendo a Moretti e Shyamalan), col buen retiro de “il Club” messo in scena di lì a poco dal - canonico - Pablo Larrain: due lavori corollario un dell'altro, reciprocamente comunicanti: variazioni sul tema, pseudopodi collaterali, polloni rigettanti dalla stessa massa di brulicanti radici sottostanti.

 


“I have had murderous feelings, though, I have to admit. Not getting laid, it's starting to make me feel really angry towards women. And so I thought, well, if I join the Army, those inclinations, as you call them, would be seen as a plus. On your application, like. They don't come right out and say that's what they're looking for. In the advertisements, it's all about seeing the world and all that shite. But I would assume that wanting to murder someone would be like having a degree in engineering, you know, it would outweigh my lack of qualifications.”

 


Cast portentoso: Brendan Gleeson, a incarnare il film, e poi un corpo per ogni stazione della Via Crucis: Kelly Reilly, Chris O'Dowd, Aidan Gillen, Isaac De Bankolé, M. Emmet Walsh e Dylan Moran (il banchiere Fitzgerald che, disarcionato dalla Tigre Celtica con una scrollata di spalle, come ultimo sfregio al mondo si mette a pisciare s'una riproduzione in scala 3:4 de “gli Ambasciatori” di Hans Holbein il Giovane, con tanto di miliare imago teschiuta a guisa di memento mori distorta prospetticamente in primo piano extradiegetico)

 

 

E ancora: David Wilmot, Gary Lydon, Owen Sharpe, Pat Shortt, Orla O'Rourke, Marie Josée-Croze, Domhnall Gleeson, Killian Scott (mio personale sospettato d'essere l'autore dell'irrisolto delitto animale), David McSavage e Mícheál Óg Lane (poi in “the Survivalist”), che da “the Guard” ha definitivamente abbandonato le rotelle ed è passato a far la cresta sul vino da messa e a dedicarsi alla pittura ad olio en plein air.

 


- “No, non c'è alcuna punizione imminente per gli uomini come me. Non ci sarà, mai. Eppure io provo un briciolo di rimorso.”
- “Un briciolo. Davvero?
- “Beh, diciamo che so che dovrei sentirmi colpevole. In fondo...non è la stessa cosa?”

 


Confessione, penitenza, remissione/assoluzione.
Espiazione per interposta persona e lascito testamentario.
Prossemica (“Penso sia bipolare, o intollerante al lattosio, una delle due.”) dell'inconoscibile.

 


“Sa, a volte penso di non poter andare avanti. Però...andrò avanti.”

 


Rimuginando con una pinta di stout tra le mani sul banco e la “Snake Song” di Townes Van Zandt nelle orecchie per aria, giungiamo infine a “Subo”, classico guaranì dell'argentino Rolando Amadeo “El Chivo” Valladares nella versione dei Los Chiriguanos, non prima - dopo un riepilogo terminale con carrellate laterali verso destra alla “i Vitelloni” (attinenza puramente formale, senza correlazione diegetica fra movimento della macchina da presa ed elemento interno al film che compie un'analoga azione di moto, anche se pure qui c'è un personaggio che...ci lascia) - d'aver atteso che le labbra di lei, non ancora raggiunte dalle appena sgorgatele lacrime inondantile le gote, si dischiudessero pronunciando una parola (quella parola: perdóno), herzoghianamente negataci (la bocca non s'esprime, tagliata a nero prima d'emettere o meno sentenza, quale che sia l'esito della stessa che non ci sarà dato conoscere né intendere: assenso o dissenso, declinato attraverso il linguaggio articolato o forse il silenzio e la comunicazione non verbale), com'è giusto che sia.

 


- I ricordo svaniscono... Ecco cos'hanno di tremendo.
- No, non svaniscono. Neanche un po'.

 


* * * * ¼      

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