Espandi menu
cerca
Nottetempo

Regia di Francesco Prisco vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 313
  • Post 213
  • Recensioni 6348
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Nottetempo

di alan smithee
7 stelle

Solitudini al limite della disperazione; ricerche affannose lungo tutta la dorsale tirrenica, dalla Campania sino al Trentino per inseguire una storia idealizzata, o magari per farsi giustizia illudendosi di trovare una pace interiore che per ora appare solo come un miraggio lontano. Un grave incidente avvenuto "nottetempo", come suggerisce il titolo, permette a tre personaggi dalle vite apparentemente lontane una dall'altra, di incrociare le proprie traiettorie esistenziali: una giovane operaia infatuata di un poliziotto rugbista prima di tutto, poi quest'ultimo che insegue il miraggio di una famiglia che ha trascurato, idealizzando e ricercando fuori tempo massimo le attenzioni della donna che abbandonò a se stessa anni prima assieme al figlio, all'epoca non riconosciuto; ed infine un comico televisivo un tempo noto ed apprezzato, che ora si esibisce in piccoli locali di provincia e non riesce quasi più a far ridere, oppresso da non meglio identificate (quantomeno inizialmente) problematiche personali. "Le cose bisogna farle subito, o succede che poi non si riesce più a farle": è questo il motore che spinge la giovane Assia, unica sopravvissuta ad un tremendo incidente stradale da parte di un bus, a muoversi: partire alla ricerca del suo salvatore, che poi è l'uomo del quale è da un paio d'anni segretamente attratta, ma almeno per il momento non corrisposta. Ma non è la sola che si mette alla ricerca dell'uomo, così come quest'ultimo non è solo un inseguito, ma pure un inseguitore di ciò che ha sprovvedutamente lasciato con l'arroganza della prima giovinezza. Non tutto quadra e fila liscio nella trama ad incastro che regge il pur lodevole noir, opera seconda di  Francesco Prisco. Ma quando alla fine, mentre la tragedia incombe a sacrificare vite, ma pure ad aprire nuovi orizzonti ai nostri personaggi soli e raminghi, interviene dapprima piano, sommessa ed in sottofondo, la soave melodia dei violini, seguita sempre più distintamente dalla voce inimitabile e magica di Antony (and the Johnson) con l'emozionante pezzo "Cripple and the starfish", il film arriva ad emozionare, a colpire al cuore ("I'll grow back like a starfish" canta instancabile Antony, struggente fino a procurarci i brividi) restando impresso ed indelebile come la straordinaria melodia dello splendido cantante di cui sopra, non nuovo peraltro a nobilitare, proprio di recente, pellicole italiane di autori anche famosi come Salvatores.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati