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O Apóstolo

Regia di Fernando Cortizo vedi scheda film

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La recensione su O Apóstolo

di EightAndHalf
4 stelle

Sembra che piaccia fin troppo l'accostamento "cartone animato in stop motion - storie macabre e gotiche", Tim Burton ha lanciato una moda e lo si avverte anche nelle fila del cinema di nicchia, quello cui fa riferimento senza dubbio questo piccolo arnese maldestro che è O Apostolo di Fernando Cortizo. L'animazione spagnola sforna questo filmetto insignificante con l'intenzione di sfoderare un po' delle armi segrete che tanti invidiano ai registi di stop motion: la loro gigantesca pazienza (nel muovere i pupazzi di plastilina, nel dosare i movimenti, nel curare la dinamicità dell'azione), e, di conseguenza, il loro completo votarsi all'idolo della trama o del cinema magari, perseguiti possibilmente con attenzione e accuratezza, ché certo ne vale la pena, perdere tutto questo tempo per raccontare simili storie. E' imbarazzante invece come in O Apostolo l'evidente cura della realizzazione si traduca poi in uno sconfortante nulla di fatto.

 

scena

O Apóstolo (2012): scena

 

Dopo un incipit assolutamente ingiustificato, fuori dalla sostanza fondante del resto del film (e, forse per questo, meglio di tutto il resto della pellicola), seguiamo da vicino la storia di un uomo da poco evaso di prigione che cerca nel piccolo paese di Xanaz, sulla strada pellegrina per Santiago de Compostela, un qualche bottino il cui nascondiglio è riconducibile a una vecchia signora. Penetrato in quello che sembra più un villaggio fantasma, si scontra ben presto con l'inquietante accoglienza che riservano a lui e ad altri malcapitati turisti, cioè a dire il solito scontato invito di passare la notte nel luogo perché il bosco, al calare della luna, diventa pericoloso e impenetrabile. Costretto per forza di cose a rimanere nel paese, il protagonista sarà costretto ad affrontare il terribile (si fa per dire) segreto del paesino. Manco a dirlo, c'entrano fantasmi, non-morti, vecchie religiosità, misteriose biblioteche e chi più ne ha più ne metta: Cortizo non fa in tempo a introdurre lo spettatore nelle sue atmosfere lugubri che già annoia, privando la sua storia di ritmo, il quale a lungo andare si rivela inversamente proporzionale alla cura maniacale per i dettagli. Esteticamente il film funzionerebbe pure, volendo potrebbe anche soddisfare certe pretese (come quella di affidarsi ai colori e ad alcune immagini stilizzate, nella prima parte, per evocare la malsanità del luogo e qualcosa di inquietante e misterioso), ma allo sforare della mezz'ora ci si chiede com'è che ancora un film così breve non sia finito, e il rigirarsi nella poltrona si fa sempre più fastidioso e irritante, così come il film.

 

scena

O Apóstolo (2012): scena

 

Che poi si potrebbero anche celebrare le musiche, la tecnica d'animazione, l'intenzione, il tentativo, ma qualsiasi tipo di speranza che possibilmente si nutriva sulla pellicola è stroncato inesorabilmente da una noia mortale che accompagna l'intera visione e non lascia mai, perché l'incontro con il soprannaturale è scontato, i risvolti non alimentano quelle che potevano essere costruttive ambiguità (nelle dinamiche dei personaggi), e il finale sembra quasi frettoloso (ma non per questo meno tedioso), come se davvero non si sapesse come far concludere la vicenda. Come se non fosse stato sufficiente farla durare giusto un'ora in meno.

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