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Hunger Games: La ragazza di fuoco

Regia di Francis Lawrence vedi scheda film

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La recensione su Hunger Games: La ragazza di fuoco

di Gangs 87
8 stelle

Ormai tutti conosciamo le mire dei produttori cinematografici: creare film, meglio ancora se si tratta di una saga, che possano fruttare denaro. Non tutti ci riescono, quasi nessuno offre, per raggiungere tale obiettivo, un prodotto di qualità. Ma qui, la qualità si affianca al successo e ci regala un prodotto di alto livello, solo “Il Signore degli anelli” gli è superiore. Ribadisco che il mio giudizio è puramente cinefilo, non avendo letto nessuno dei tre libri, posso basarmi solo su quello che percepisco vedendo. Se il primo film, seppur affascinante, risultava in alcuni casi stopposo e finiva per procurare noia, questo secondo capitolo è un trionfo per gli occhi e per le emozioni. Cambia (per fortuna) il regista e le prospettive si spostano, le inquadrature sono profonde e piene e danno la sensazione si essere parte dei giochi. Facile pensare che i Lawrence (anche se non consanguinei) abbiano capacità artistiche innate se consideriamo il lavoro perfetto di Francis, il regista, e la sempre più straordinaria capacità di interpretazione che possiede Jennifer. Ma non è solo la bravura che la contraddistingue ma anche (oserei dire soprattutto) quell’aura di carisma che avvolge la sua persona e che le permette di ottenere la totale concentrazione del pubblico (indipendentemente dal sesso) che la identifica nell’eroina letteraria, con somma approvazione di coloro che i libri li hanno letti e amati. Jennifer Lawrence resta il motivo predominante di tutto il successo che la saga sta ottenendo, semplicemente perché riesce ad essere leggendaria senza volerlo essere. Quello sguardo fiero, impaurito e deluso, che caratterizza il suo personaggio, la rende umana e mutevole, la rende insuperabile in bravura perché scavalca tutti coloro che provano a dividere la scena con lei. Da Stanley Tucci, seppur sempre bravo, che resta quasi schiacciato da quel carisma di cui parlavo sopra, che riesce anche a celare il talento di Philip Seymour Hoffman, che adoro ma che in questa circostanza mi ha deluso non poco. Il film coinvolge, piace e conquista così tanto da avere il desiderio di rivederlo ancora, appena metti piede fuori dalla sala, solo per tornare a rivivere tutto con più adrenalina di quella che senti ancora in corpo.

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