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Troppo amici

Regia di Olivier Nakache, Eric Toledano vedi scheda film

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La recensione su Troppo amici

di supadany
4 stelle

Il clamoroso successo di Quasi amici - Intouchables ha reso pressoché inevitabile il recupero distributivo del precedente titolo diretto da Olivier Nakache ed Eric Toledano, quel Tellement proches per l’occasione rititolato Troppo amici nella speranza di attivare un richiamo attrattivo.

Missione fallita, così come accade al film stesso, inevitabilmente dotato di tutt’altra centratura, che non manca di proporre intenzioni e soluzioni accattivanti, chiamate però a scontrarsi su un ring troppo affollato, di personaggi e contorni, di caratteri e urgenze.

Nel momento in cui Alain (Vincent Elbaz) ha sposato Nathalie (Isabelle Carré), ha acquisito la sua famiglia, composta dal fratello Jean-Pierre (Francois-Xavier Demaison), sposato con Catherine (Audrey Dana), e dalla problematica sorella Roxane (Josephine De Meaux), per poi avere due figli a dir poco vivaci.

Come accade regolarmente, Jean-Pierre invita tutti a una cena, alla quale Roxanne vorrebbe portare Bruno (Omar Sy), un aitante dottore appena conosciuto di cui si è follemente innamorata.

 

 

Guardando Troppo amici, è facile prospettare sia stato ideato seguendo la logica che permea chi compra più biglietti possibili per vincere un premio a una qualsiasi lotteria.

Infatti, Olivier Nakache ed Eric Toledano puntano sull’abbondanza, creando un prospetto che allinea caratteri di ogni tipo sfruttando l’elemento peculiare della famiglia, con tanto di etnie differenti, oltre che divergenti, chiamate a interpolarsi alla non sempre allegra comitiva.

Così facendo, l’intonazione oscilla da un opposto all’altro, con tanto di cascami di varia derubricazione, in un coacervo d’identità che comprende anche alcuni elementi di follia, qualche accenno alla discriminazione razziale, isterismi e, in generale, troppi aspetti sottolineati con l’evidenziatore.

Questa esposizione corale non percorre comunque molta strada, rivelandosi poco più di una farsa, percezione che diventa ancora più chiara sul finale che, come può succedere a una commedia avente meno pretese di quanto tenti di mostrare lungo il suo cammino, mette più pezze che può, diventando forzato, ai limiti del parossistico.

Se non altro, il cast, che comprende Omar Sy ancora in rampa di lancio, l’affidabile Isabelle Carré e un vivace Vincet Elbaz, offre qualche aiuto di visibilità, anche se poi il coro, per quanto rispettabile, ha troppe voci che non coadiuvano l’ottenimento di una sinfonia organica.

Alla fine, Troppo amici non va oltre qualche invenzione comica di origine chiassosa, mostrando limiti nell’insieme, accompagnando lo spettatore con una discreta dimestichezza, senza però riuscire a incardinare le sue idee in un movimento capace di andare oltre la piacevolezza (comunque, ben che vada assimilabile in discontinuità).

Convenzionale, senza brillare a sufficienza per mitigare la sensazione d’indistinta ammucchiata, stabilita appunto per cavare almeno un ragno dal buco.

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