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L'ultima ruota del carro

Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film

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Julia1994

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La recensione su L'ultima ruota del carro

di Julia1994
7 stelle

"L'ultima ruota del carro" racconta la vita dell'Italia, tramite gli occhi di Ernesto, dagli anni '70 ai giorni nostri.

Sullo schermo passano gli eventi storici  più importanti della nostra storia: dal caso Moro, alla svolta politica di Berlusconi.
Nel mezzo, lo scorrere del tempo e le trasformazioni di un intero Paese. 

C'è il mito del posto fisso; c'è il lavoro in nero, che fa comodo, per le tasse, un po' meno per la mancanza di assicurazioni; c'è l'Italia che vince i mondiali; c'è il mondo patinato delle la nuova tecnologia, il computer pagato col leasing, i primi cellulari del duemila, le videochiamate...
Ma, su tutto, c'è la storia di Ernesto.

Ernesto (E. Germano) è l'ultima ruota del carro, sin da bambino.
Va male a scuola, non è bravo a pallone, è il semplice aiutante del papà tappezziere, ed è pure impacciato con le ragazze.

Ernesto però fa della sua ingenuità un grande pregio, e si distingue sin da giovane per la sua onestà. 
Diventa così eroe del quotidiano, commovente per la sua goffaggine, per i suoi tentativi di stare sempre nel giusto, per non avere la furbizia di cui invece è dotato l'amico di sempre, Giacinto (R. Memphis), abilissimo nell'aggirare gli ostacoli e nel finire nei guai, anche seri.
Giacinto rincorre il futuro, le donne,le macchine e le moto. 
Ernesto si accontenta del presente, della semplicità, della sincerità.
Accanto ad Ernesto c'è poi Angelina (A. Mastronardi), moglie fedele, donna rassicurante, pratica.
E un po' ingenua pure lei.
Ma l'ingenuità in questo film, non è sinonimo di debolezza, anzi. E' simbolo di una purezza d'animo che in questi tempi troppo spesso viene a mancare.
Il ritratto fatto di questi protagonisti non deve illudere lo spettatore che i personaggi siano inclini a una certa mollezza d'animo. Anzi, sono vitali, Ernesto prima di tutto, che affronta insicurezze e imprevisti con grande forza e determinazione.

Forse la sceneggiatura, in alcuni tratti volendo essere troppo originale, finisce per peccare di virtuosismo. Ma la regia ed il montaggio sono da lodare.
Splendido lavoro quello del trucco. Accompagniamo Germano e Memphis in circa trent'anni di vita e vediamo le prime rughe, i capelli che cadono, le occhiaie che si fanno più profonde, le mode che cambiano.
Emozionante la storia d'amore di Ernesto e Angelina, ma sopra ogni cosa... emozionante Elio Germano.
Il suo modo così spontaneo di recitare, così dolce e malinconico, così trasportante è la vera perla di tutto il film.
Anzi, no. La vera chicca è scoprire, ma solo dopo averlo visto, che la storia è vera.
Che quell'Ernesto ch ci ha fatto tenerezza è una persona reale, che ha visto e sentito davvero le cose che sono state condensate in appena un paio d'ore; che vive davvero a Roma con la moglie, che tifa davvero per i giallorossi, e che oggi fa l'autista per grandi nomi del cinema nostrano.

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