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Oh Boy - Un caffè a Berlino

Regia di Jan Ole Gerster vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Oh Boy - Un caffè a Berlino

di hupp2000
9 stelle

Una perla nel panorama dell'ottimo cinema tedesco di questi anni. Un protagonista di altissimo livello e una Berlino raramente così ben fotografata.

Oh che sorpresa, oh che bel film! Girato in uno smagliante bianco e nero e accompagnato da una brillante colonna sonora prevalentemente jazz, con incursioni nel rock e nella musica classica, “Oh boy” racconta una giornata nella vita del giovane Niko Fisher a Berlino. In questo breve arco di tempo, Niko si fa ritirare la patente da uno psicologo della polizia a dir poco pignolo, girovaga con un attore fallito suo amico di vecchia data, si vede tagliare i fondi dal padre venuto a conoscenza del reale andamento dei suoi studi, fa la conoscenza di un vicino di casa depresso e sull’orlo del suicidio, incontra una vecchia compagna di scuola ex-obesa e oggi piena di complessi, s’imbatte in un gruppo di adolescenti alla deriva che lo prendono a pugni e, per finire, ascolta in un bar lo sfogo di un anziano signore, memore della sua infanzia sotto il nazismo che, terminato il suo monologo, crolla a terra e di lì a poco muore.

 

Sembrano piccoli episodi disseminati alla rinfusa, ma l’insieme regge dall’inizio alla fine, come se si trattasse di un road movie paradossalmente ambientato in un’unica città, una Berlino dei giorni nostri che si erge a vera e propria co-protagonista del film. Moderna, efficiente, pulita, ma pur sempre una metropoli nevrotica, con le sue strade trafficate e rumorose, percorsa da gente affrettata e anonima. La regia si addentra nei dettagli di uffici e palazzi, locali e bar, inquadra i personaggi nella loro quotidianità, offre una visione quasi documentaristica di una delle maggiori capitali europee. Una descrizione imperdibile per chi, come me, non ha mai avuto l’occasione di recarvisi.

 

Non meno sorprendente è la prestazione di Tom Schilling nel ruolo di Niko Fisher. Sembra quel che si dice un attore nato, mai sopra le righe, capace di pregevole naturalezza. A soli 35 anni di età, può già vantare quasi vent’anni di carriera e, a parer mio, ha di fronte a sé un’orizzonte radioso. 

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