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Il venditore di medicine

Regia di Antonio Morabito vedi scheda film

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La recensione su Il venditore di medicine

di gaiart
8 stelle

Il venditore delle medicineun film di Antonio MORABITO 

 

di gaia serena simionati

 

 

La conosci la teoria della doppia impossibilità?

No, dimmi.

Il topo in gabbia se mangia muore perché nel formaggio c'è la corrente. E se non mangia, muore di fame. Alla fine sai cosa fanno i topi? Si mangiano tra loro e impazziscono.

 

Questo è quanto dice un collega del protagonista Bruno, (Claudio Santamaria) informatore anche lui alla casa farmaceutica Zofer che, ahimè, fa riflettere sul mondo iconoclasta di potere, denaro, medicina, vita e morte.

Specchio di un’Italietta corrotta e fragile, dove accanto a pazienti immaginari, prescrizioni a morti, stanno regalie: DVD porno, cash, i-pod, auto di lusso o viaggi per congressi fantasmi in spiagge tropicali, offerte a medici, anche della mutua. Si perché, il medico di fiducia, è una realtà vicina e più oscura di quanto si pensi.

Nel film si cerca di corrompere chiunque, pur di portare a casa un budget o promuovere una nuova molecola, magari letale. A scapito di vite di chiunque. Anche quella della propria moglie!

Per tenere attiva un’esistenza inutile, corredata di villa con piscina e plus di ogni tipo, s’innesta un meccanismo che funziona nel film in cui Bruno, il carnefice, è anche vittima e, di fatto, costretto a drogarsi.

 

Ne, Il venditore di medicine, tutto è assolutamente vero, è una denuncia sui malfunzionamenti e abusi di sanità e case farmaceutiche, con corruzione politica, giochi di potere a più livelli, fin dallo scalino più basso della scala, imperniati qui sulla figura di un informatore senza scrupoli che, costretto da pressioni assurde, deve, per far fronte ai ritmi insani, drogarsi egli stesso.

Il Filmè un’intelligente loop, una spirale, un circolo ozioso e vizioso,dove il male ricade prima o poi su chi lo commette, anche se i protagonisti: politici, venditori di aspirine da 4 soldi, medici corrotti, o capi area di potenti farmaceutiche, ne sono spesso inconsapevoli e agiscono sulla pelle altrui, come se non fossero anche loro esseri umani.

Prodotto da Mario Pagani, controcorrente rispetto i filmetti di banalotte commedie italiane, con il regista Antonio Morabito, sensibile, stupefacente, coraggioso nella sua semi-opera prima, sia nella direzione di tutti gli attori sia nella storia, racconta inoltre che oltre a lettere d’insulti, a Bari in conferenza stampa è stato ritirato l’uso dell’ospedale messo a disposizione per le riprese.

Ispirato ad Arthur Miller, Morte di un commesso viaggiatore, il film lascia sconvolti e disgustati, ma anche colpiti da tanta sensibilità nel raccontare chi ha perso un genitore a causa di un farmaco mancante o di poca onestà dei medici. Come sempre l’arte ha la meglio su tutto, anche se lo capiscono in pochi!

A tal proposito chissà cosa direbbe Rembrandt, di cui si vede uno scorcio del capolavoro, Lezione di anatomia del dottor Tulp,nello studio del professore Malinverni (Marco Travaglio), primario di oncologia, se vedesse dove si è arrivati?

 

 

 

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