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Cose nostre - Malavita

Regia di Luc Besson vedi scheda film

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La recensione su Cose nostre - Malavita

di SalvoVit
8 stelle

locandina

Cose nostre - Malavita (2013): locandina

 

I Goodfellas, i bravi ragazzi scorsesiani si (ri)affiacciano e vengono (ri)scoperti in un grottesco dipinto bessoniano che non risparmia nessuno tra il grottesco e l'ironia nera. La brava famiglia bessoniana, capitanata da Giovanni Manzoni (Robert De Niro, per chiarire le cose) è composta da strani individui (quest'ultimo in primis) i quali cercano l'integrazione e la pace con strane metodologie, metodologie che non riescono a distaccarsi dal loro passato, affascinante, intrigante, forse banale ma che risulta interessante forse proprio perchè non mostrato allo spettatore (se non in piccoli, fugaci spezzoni).


Giovanni Manzoni si nasconde. Chi era? Era un boss mafioso italoamericano, ora pentito e sotto protezione dall'FBI, costretto a trasferirsi in un paesino della Francia del nord assieme alla sua famiglia dal programma protezione testimoni. Ma nulla da fare, Giovanni e tutti gli altri membri della famiglia non riescono a rassegnarsi ad una vita come tutti i comuni mortali, forse perchè in fondo (nemmeno tanto) loro non lo sono, non sono né comuni né mortali, sono solo tessere di un domino ormai costrette a cadere, l'una dopo l'altra, ed è stato solo un caso, forse, se lui è stato il primo della serie.


A metà tra la famiglia Addams e la famiglia Hoover (Little Miss Sunshine per capirci), la famiglia Manzoni è una delle tante strane famiglie cinematografiche, in questo caso utilizzata come simbolo di un processo messo in atto dal regista parigino per il quale stereotipi e clichè tipici di un genere già (stra)visto e (stra)analizzato vengono destrutturati e smontati in modo astuto e divertente come non mai. Besson gioca con lo spettatore e con il genere in questione, realizza un gangster-movie pieno di ironia nera bizzarra e grottesca, riusciendo ad utilizzare i clichè ed i luoghi comuni a proprio vantaggio, dando all'opera uno strano ed inusuale clima di originalità, originalità non presente ma quasi simulata astutamente da Besson. Il ritmo non è mai elegante e pensato ma sempre frenetico, incalzante, quasi a non dare mai tregua allo spettatore che quasi "subisce" volentieri tutto ciò che lo schermo gli propina.

 

Robert De Niro

Cose nostre - Malavita (2013): Robert De Niro


La prima parte di film si sviluppa in modo mai davvero originale e sono più di uno i momenti superflui e/o poco interessanti ma sono contornati da un'interessante rappresentazione di un grottesco nucleo familiare che inizialmente spiazza lo spettatore soddisfacendolo in modo quasi sadico e con il passare dei minuti lo stordisce e lo ipnotizza, in modo a volte anche inspiegabile (o almeno sul momento). La seconda parte di film mette invece in equilibrio ciò che ha rappresentato e 'creato' nella prima parte, e ci regala i momenti più interessanti, a partire, senza dubbio, dalla citazione al capolavoro scorsesiano Quei Bravi Ragazzi, con un De Niro quasi in lacrime davanti al grande schermo, (ri)guardandosi dopo tanti lunghi anni. Metacinema di grande classe, nonchè probabilmente una delle citazioni cinematografiche più importanti viste negli ultimi anni. In più questa sequenza non fa altro che sottolineare l'ambigua identità dell'opera, continuamente tra il tributo e la parodia del genere.

 

The Family (titolo originale del film) è un'opera teorica di riflessione su un genere che ha già detto quasi tutto nell'arte in questione, ed è per questo motivo che solo così può essere rappresentata, in modo iperbolico e continuamente sopra le righe, risultando, più che un gangster-movie, un post-gangster-movie, un'opera postmoderna che elimina tutti gli elementi che hanno caratterizzato il genere utilizzando gli stessi. Il genere viene demolito e sfaldato con i suoi stessi mezzi, un pò come giusto un anno prima, Drew Goddard, aveva fatto con il genere horror con quell'importante opera che è Quella Casa Nel Bosco. La rappresentazione del genere e la riflessione teorica sullo stesso è uguale anche se, c'è da dirlo, l'opera di Besson, pur risultando interessante, divertente ed intelligente, non è potente e...'rivoluzionaria'...così come lo è stata l'opera di Goddard. Ma fa lo stesso.

 

Parliamo di un film frenetico e quasi frettoloso ma che insegna come il ritmo incalzante deve e può essere usato nel cinema, specialmente quello action. Besson si riscatta e realizza un'opera non priva di difetti ma divertente ed interessante come poche, da vedere e magari anche RIvedere.

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