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The Counselor - Il procuratore

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su The Counselor - Il procuratore

di alan smithee
8 stelle

Nel mondo spietato, ironico e violentissimo di Corman McCarthy,  i soldi vengono prima di ogni altra cosa: per questo il giovane ed abizioso procuratore senza nome (nel senso che non ci viene rivelato mai in tutta la tortuosa vicenda) Michael Fassbender non esita a invischiarsi in un'operazione irrinunciabile col proposito di fare una "toccata e fuga" per procurarsi le finanze per sposarsi con l'amata Laura e tornare al proprio lavoro di scrupoloso avvocato. Peccato che rubare al "cartello" che gestisce il traffico di droga tra Messico e Stati Uniti, significhi, di fatto ed inesorabilmente, un suicidio annunciato per l'ambizioso ma ingenuo protagonista, al quale tocchera' sopportare un lungo e doloroso calvario dove a soffrire saranno sempre le persone a lui piu' vicine. In un crescendo di tensione e violenza, avvinti da un intrigo che cattura nonostante una certa complessita' della trama (McCarthy cattura quasi sempre nei suoi romanzi, ma non e' quasi mai elementare nel strutturare le sue storie, spesso piuttosto complesse ed ingarbugliate), assistiamo ad una macchinazione diabolica in cui, quasi per caso, il nostro "counselor" viene risucchiato in una vicenda in cui non c'entra nulla e di conseguenza associato al furto del camion di cocaina da venti milioni di dollari in cui invece c'entra eccome. A facilitare lo smascheramento contribuisce certamente la sinistra e maligna figura di Malkina, una biondona mozzafiato tatuata da leopardo in linea con i due ghepardi che il suo uomo Reiner, ricco tenutario di locali e amico "tentatore" del protagonosta, alleva in giardino come fossero gattini. Ben presto si scoprira' chi comanda e chi invece ci rimette la pelle, chi muove le fila di una vicenda che non concede scampo a nessuno e chi invece deve morire solo per il fatto di esere vicina a chi e' responsabile di tutta la furia che  ne deriva. Come spesso accade con McCarthy, anche stavolta lo scrittore introduce nella trama strumenti di morte eccentrici e singolari. Una semplice fune d'acciaio tesata ad attraversare una strada deserta servira' a decapitare di netto uno spacciatore di diamanti che sopraggiunge a tutta velocita' sulla sua potente moto, innescando l'acceleratore sul coinvolgimento del protagonista nel losco affare di droga. Inoltre nuovamente un cavo d'acciaio sottile fatto scorrere sul collo e stretto inesorabilmente da un congegno telecomandato, costituira' una sorta di micidiale garrota in grado anch'essa di recidere la giugulare fino alla decapitazione. Scene impressionanti che scivolano via in un crescendo di suspence dove, una volta ancora, comprendiamo come il denaro e tutto cio' che vale (i diamanti sono molto piu' comodi, "con essi hai venti milioni di dollari che puoi custodire in una mano" rivela la cinica Malinka al boss del cartello verso la fine, quando anche a noi del pubblico la diabolica ci rivelera' le sue prossime mosse) siano il modo per rendere piu' spietati delle belve una umanita' che non crede piu' in nulla se non nella potenza della materia e del possesso. In una citta' messicana non molto dissimile da una bidonville brasiliana, qui distrutta ed annientata dalle faide delle varie fazioni contendenti il mercato degli stupefacenti, smossa solo lievemente da movimenti di denuncia contro le oltre tremila persone decedute nell'anno in modo violento per mano delle guerre tra narcotrafficanti, Ridley Scott si destreggia con la solita potenza visiva a filmare cinque attori favolosi tra i piu' gettonati e glamour del momento. E se e' singolare ritrovare assieme due bellezze antitetiche e disparate come la Diaz e la Cruz (dopo Vanilla sky, ma ora e' la Cruz, a differenza che nella precedente occasione, a fare la vittima sacrificale), va rimarcato che proprio nella Diaz e nell'ottimo (come di consueto) Fassbender troviamo le eccellenze di un film che ricorda molto, specie come atmosfere malate e violente, Le Belve di Oliver Stone tratto dal bel romanzo di Wislow. Per i feticisti inesauribili, ma pure semplicemente per i curiosi, inevitabilmente amanti della ricerca dell'immancabile cameo, ebbene anche stavolta possiamo accorgerci che la sig.ra Ridley Scott- Giannina Facio appare stavolta in ben due inquadrature, messe come sempre poco piu' che per caso come atto di galanteria di un marito nei confronti della consorte. Uscito oggi in Francia col titolo "Cartel", l'ultima fatica di Ridley Scott e' ancora una volta un film riuscito, intrigante, confezionato impeccabilmente da un grande cineasta che sa destreggiarsi molto bene anche come stratega commerciale, perfettamente in grado di conciliare stile e narrazione, senza dimenticare quegli ingredienti tatttici e quelle astuzie in grado di rendere il prodotto appetibile alle masse e quindi capace di sostenersi economicante in modo autonomo.

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