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Nymphomaniac

Regia di Lars von Trier vedi scheda film

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Gangs 87

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La recensione su Nymphomaniac

di Gangs 87
8 stelle

Vol. I

Le polemiche scaturite, già prima che quest'ultima opera di Lars von Trier approdasse nelle sale cinematografiche, mi hanno indotto ad approcciarmi alla pellicola con circospezione. L’istinto cinefilo, che spesso condiziona la scelta dei film da guardare, era però talmente acuto che non potevo ignorarlo così, alla fine, l’ho visto e direi … meno male! L'incipit ci introduce alla storia di Joe in punta di piedi, getta le basi dell’intero racconto, basi solide e radicate. La musica incisiva che accompagna le prime sequenze, cattura l’attenzione dello spettatore e lo incatena alla fotografia che incanta per tutte le quasi due ore di film, anche e soprattutto quando diventa in bianco e nero. La ninfomania di Joe, perfettamente incarnata dalla giovane Stacy Martin e dalla scafata e talentuosa Charlotte Gainsbourg, è affascinante e per niente volgare, nemmeno quando mostra carrellate di genitali e/o nudi integrali degli uomini caduti nella rete di seduzione, abilmente tessuta, da una femmina che covava l'istinto sessuale fin dai primi anni di vita. Incantevole la drammaticità di Uma Thurman, moglie tradita e lasciata, ha gi occhi attraversati dalla delusione, venata di disgusto, che prova verso l'uomo amato da un ventennio e poi persosi tra le giovani gambe di una ragazzina priva di sentimenti. Ma l'amore sfida anche i duri di cuore e l'acerbo fascino di Jerôme, non credevo che Shia LaBeouf potesse essere tanto bravo, fa capitolare la ragazza dalla sessuale ossessione, tanto da indurla a smettere il suo vizio per dedicarsi a lui solo ma il dramma sensazionale sbaraglia le carte e mette ansia e curiosità allo spettatore che scalpita di vedere il capitolo secondo.

Un’opera affascinante e raccontata in modo favoloso, senza volgarità e colma di insegnamenti. Eccezionale e mai forzata l’idea di creare gli attacchi dei racconti, divisi per capitoli, utilizzando oggetti della stanza in cui la Joe, ormai donna, racconta la sua turbata vita, rende il tutto veramente attraente e raggiunge l'apice utilizzando l’assonanza con la pesca prima e con la musica poi, nell’ultimo capitolo, quando gli unici "veri" tre amanti vengono paragonati alla polifonia. Prima di Nymph()maniac non avevo inteso quanto fosse immenso il talento di Lars von Trier.

 

Vol. II

In effetti c'è una netta linea che separa i due volumi di Lars von Trier. Il primo euforico, pieno di passione, estremamente vivace, il secondo introspettivo, sentimentale e piuttosto riflessivo. Leggermente superiore al suo predecessore, perché più lineare e meno telegrafico. Riduce i capitoli e quindi amplia il tempo in modo da potersi soffermare di più sugli argomenti per arrivare al cuore degli stessi che sono principalmente interiori. Affronta il conflitto con se stessi, la conseguenza dei comportamenti, in relazione anche al tempo che passa. C'è poco altro da dire rispetto a quello che è stato già detto: l'ultimo film del regista danese è un'opera completa. L'unico tassello leggermente fuori posto è l'andamento della pellicola che, a tratti, fa decadere l'attenzione. Bastava qualche piccolo, ma necessario, accorgimento, per renderlo perfetto, comunque, pur senza esserlo, resterà nell'immaginario collettivo come tra i migliori del suo tempo. Di certo superlativo.

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