Regia di Haifaa Al-Mansour vedi scheda film
Se non fosse per l’ambientazione e la regia femminile, in uno dei Paesi al tempo stesso più chiusi e più ricchi del mondo, con regole ferree soprattutto per le donne a cui è vietato anche ciò che a noi sembra banale, questo film non passerebbe certo alla storia del cinema né per qualità né per originalità. Resta invece proprio la curiosità di entrare in un mondo inesplorato (lo stesso accesso agli “infedeli” occidentali è precluso in Arabia Saudita a meno che non si giunga per motivi di lavoro, pecunia non olet…). Storia di per sé debolina anche se ben recitata dalla brava giovane protagonista, cercando di non urtare la suscettibilità religiosa ma riuscendo comunque a far passare un messaggio di ribellione che, attraverso la conquista di una bicicletta tanto agognata, passa inevitabilmente tra punizioni scolastiche e vicende familiari contorte, con una madre concubina vittima (o complice..) di un mondo forse più ipocrita che coerente, reso meno arcaico dai lussi che soldi e modernità permettono di avere.
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