Regia di Brian Helgeland vedi scheda film
La storia è troppo bella per essere vera. Epperò... è vera!!
A me è sembrata appassionante più che l'avventura del primo giocatore nero del baseball americano, uno sport considerato assolutamente "bianco" e per i "bianchi", dove venivano tollerati a fatica anche gli italo-americani e gli ebrei-americani (ma per lo meno avevano lo stesso colore della pelle), piuttosto quella di Branch Rickley - general manager dei Brooklyn Dodgers - che agisce concretamente per spezzare una tradizione così vetusta e radicata da considerarsi dogmatica.
Ecco quindi il colpo di scena di Rickley che (cito Wikipedia) "fu l'artefice di un punto di svolta del baseball statunitense... con la sua decisione di mettere sotto contratto nel 1947 Jackie Robinson e quindi infrangere la cosiddetta baseball color line ovvero quella regola discriminatoria vigente sin dal 1880. L'ingaggio di Robinson, nonostante le iniziali tensioni razziali che si verificarono anche all'interno della stessa squadra dei Dodgers, fu un successo dal punto di vista sportivo e viene ricordato come un importante passo nella storia dell'integrazione razziale degli USA".
Personaggio complesso: visionario dei diritti civili, profondamente credente (da giocatore si rifiutava di gareggiare di domenica, come succede nel film Momenti di Gloria), e convinto della fratellanza universale (gli USA avevano appena vinto la Guerra con truppe di bianchi, neri e ispanici), ma anche capitalista liberale e pratico tanto che - come lui stesso dice nel film - in fondo "i dollari non sono nè bianchi nè neri, ma verdi!...".
Carino davvero, ne consiglio la visione (e Harrison Ford mi è piaciuto parecchio)!
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