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La Tendresse

Regia di Marion Hänsel vedi scheda film

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hupp2000

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La Tendresse

di hupp2000
7 stelle

La tenerezza del titolo è senza dubbio il sentimento che suscita nello spettatore la visione di questo film semplice, lineare nel suo svolgimento, privo di colpi di scena, ma tutt’altro che banale nel penetrare le psicologie e osservare i comportamenti dei due protagonisti. Frans e Lisa sono separati da quindici anni, ma un incidente di sci del figlio li riunisce il tempo di un viaggio in macchina dal Belgio alle Alpi di Savoia. Tra i due non ci sono rancori né conti in sospeso. Le ore scorrono tra dialoghi e ricordi, brevi soste e gesti ordinari. Ritrovano il figlio, le cui ferite si rivelano tutt’altro che gravi. L’atmosfera è distesa e l’incontro dura poco tempo. Alla fine, i due coniugi riprendono le loro rispettive strade. Come si sarà capito, lungo tutto il film non succede un granché, ma siamo ben lontani da una vicenda lunga o noiosa. Certo, i vari personaggi sono di un “politicamente corretto” che può far storcere la bocca (gente di buon senso, coltivata e onesta, incapace del minimo scatto d’ira), ma vengono valorizzati da scambi di idee e confronti personali che tengono alti l’attenzione e il coinvolgimento dello spettatore. Attribuisco il merito di questa operazione, tutto sommato riuscita, alla regia agile e sobria di Marion Hänsel e soprattutto alla misurata quanto intensa interpretazione di Olivier Gourmet e Marilyne Canto. L’attore belga, in particolare, si conferma per me come uno dei volti più convincenti del cinema francofono degli ultimi 15 anni. Non è bello, non è più giovane, ma è capace di assumere con disinvoltura i ruoli più disparati, da personaggi comici a drammatici, dal buono al cattivo. Il classico attore a tutto tondo che onora al meglio la professione. Oltre che alla coppia di protagonisti, il film deve la sua gradevolezza ai paesaggi d’incanto che lo accompagnano lungo la strada e soprattutto nei siti scelti in Savoia. Ai Belgi mancano sicuramente due cose: le montagne e il sole. Qui se ne è sommersi. Per quanto esile e lenta, la trama riserva un finale a sorpresa. Dopo pochi chilometri di viaggio, ci si aspetta l’inevitabile e scontato bacio che riaprirebbe una storia d’amore, magari difficile o impossibile, ma ben presente. Il bacio non arriva e non arriverà, ma l’uomo e la donna si separano con una nuova e più profonda conoscenza l’uno dell’altra. Un bell’esempio di cinema intimista, sensibile e delicato. Breve ed efficace apparizione di Sergi Lopez, nel ruolo di un autostoppista spagnolo diretto in Danimarca. Affascina Lisa e ne è affascinato e, ovviamente, non accade alcunché...

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