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12 anni schiavo

Regia di Steve McQueen (I) vedi scheda film

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La recensione su 12 anni schiavo

di cinefilodoc
8 stelle

Lo schiavismo, ed in particolare la tratta degli schiavi nell'America del 800, è stato al centro di numerose pellicole. Il colore viola e Amistad di Spielberg, The Help, Django Unchained di Tarantino, e in maniera più istituzionale nei recenti Lincoln e The Butler. Ecco che Steve McQueen, regista inglese che ha acquisito stima cinefila grazie ai suoi due precedenti lavori “Hunger” e “Shame”, decide di dare un nuovo contributo al tema, raccontandone una delle più toccanti e popolari vicende della cultura americana. 12 anni schiavo racconta la storia vera di Solomon Northup, uomo libero di colore, sposato e padre di due figli, il quale viene ingannato e venduto come schiavo in una piantagione di cotone per ben 12 anni. Grazie ad un colpo di fortuna, riusci' poi a riconquistare la libertà, e a radunare tutte le sue esperienze nel libro da cui è stato poi tratto il film in questione. Quando venni a conoscenza della suddetta pellicola, sentii di trovarmi davanti a qualcosa di banale e di cui non se ne sentiva veramente il bisogno. E vedendo il film, non posso fare altro che confermarvi la mia idea di partenza. 12 anni schiavo è palesemente una pellicola concepita, studiata a tavolino e realizzata con lo scopo di accontentare un po tutti e fare incetta di premi. Ma McQueen riesce a portare sullo schermo un prodotto di grande e innegabile qualità, potente e commovente, ben diretto e ben recitato, con un cast che alterna delle gradevolissime novità ad attori affermati. Premetto, però, che come successo spesso ultimamente, anche il film del regista inglese viene pompato talmente da tanto da passare quasi per un capolavoro che rimarrà nella storia del cinema (cosa che in ogni caso è solo il tempo a decretare), quando in realtà è semplicemente un ottimo film. Chiwetel Ejiofor interpreta il protagonista in maniera eccelsa. E' tutto concentrato nei suoi occhi e sul suo volto: il disorientamento, il terrore, il dolore ed anche la scintilla di speranza che lo farà andare avanti. Altro ruolo che non passa inosservato è quello di Michael Fassbender, nei panni di uno schiavista duro e mentalmente instabile, pienamente convinto che ciò che faccia sia nelle scritture e che la gente di colore sia quindi destinata a soccombere ai bianchi per sempre. Sorprendente Lupita Nyong'o, che dà vita ad una donna alla quale sono stati sottratti i figli e verso cui saranno indirizzate le trasgressioni sessuali dello schiavista. Ruoli più o meno importanti anche per Brad Pitt, Benedict Cumberbatch, Paul Dano e Paul Giamatti. La curatissima regia di McQueen è abbastanza movimentata, coglie spesso l'occasione per mostrarci paesaggi ed atmosfere bellissime, per poi però rimanere immobile, fredda ed impassibile dinanzi ai numerosi maltrattamenti fisici perpetrati nei confronti dei personaggi. Ma è nella sceneggiatura, ricca di frasi ad effetto (Io non voglio sopravvivere, io voglio vivere), che emergono i limiti del confezionamento del prodotto. Alcune parti sarebbero potute essere scritte meglio e i personaggi resi meno banali e più complessi. Io avrei approfondito maggiormente il rapporto tra Salomon e la sua famiglia, per avere un impatto emotivo ancora più forte. Come anche il finale troppo sbrigativo e la poca rilevanza data al passare del tempo. Stiamo parlando di ben 12 anni. Ma ciò non toglie che in generale la pellicola funzioni piuttosto bene. Fotografia e ambientazione molto realistica, colonna sonora sufficiente ma di certo non al massimo delle possibilità di Hans Zimmer (per forza, con 50 colonne sonora da fare all'anno.....). E dinanzi alle viscerali e visivamente potenti sequenze di tortura, ci si ritrova per l'ennesima volta a pensare a fin dove la follia umana si sia e continui purtroppo tutt'oggi a spingersi.

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