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Now You See Me - I maghi del crimine

Regia di Louis Leterrier vedi scheda film

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La recensione su Now You See Me - I maghi del crimine

di scapigliato
6 stelle

Cos’è il cinema se non illusione? Di conseguenza anche i film sulle illusioni magiche dovrebbero essere intesi anche meta-cinematograficamente come i film nei film, i romanzi nei romanzi, il teatro nel teatro. Eppure Now You See Me non riesce nell’operazione meta-cinematografica, se mai ce ne fosse stata una. È un film godibile, con il colpo di scena finale, un po’ di sana azione e un cast stellare. Ma questo non basta per riflettere sull’arte illusoria.

Leterrier orchestra azione e suspanse molto facilmente, intessendo una rete di detto e non detto dove il sistema dei personaggi nasconde fili rossi che si scopriranno solo alla fine. Giocando a nascondino, tutti i personaggi del film non sono nulla più dei loro character-poster. Jesse Eisenberg, altrove sempre in forma, qui è fuori luogo, quasi impacciato nel ruolo di leader; Harrelson marginale; la Fischer – che sembrerebbe stesse morendo sul set durante la scena coi piranha – non apporta nulla alla storia; Freeman e Caine sono in vacanza, ma è pur sempre bello vederli; la Laurent ha forse una marcia in più e il suo collega Ruffalo forse è il personaggio meglio riuscito, nonostante l’attore non ne imbrocchi quasi mai una giusta.

Ad un certo punto ci si chiede a cosa serva Dave Franco, fratello di cotanto. E la risposta arriva solo nel secondo tempo e possiamo rispondere che Dave Franco è il protagonista della migliore sequenza dell’intero film – la lotta corpo a corpo con Ruffalo nell’appartamentino nel Queens e il successivo inseguimento in macchina. Si arriva ai titoli di coda che il suo Jack Wilder, almeno per il sottoscritto, è l’unico personaggio iconizzato dal film, l’unico che potrebbe entrare nell’immaginario.

Per quanto mi riguarda poteva esserci anche un solo cavaliere e non quattro. Troppi da gestire, e infatti non sanno quasi di niente, né carne né pesce. Un poliziotto coriaceo con cui innescare il duello a distanza bastava, senza ulteriori antagonisti – Caine e Freeman. Forse il film sarebbe stato più gustoso. Perché checché se ne dica, ok gli effetti speciali, ok la perfezione dell’immagine, il 3D, l’eccezionalità dello spettacolo videoludico, ma a immortalare un film nel nostro immaginario sono e resteranno sempre la storia e i personaggi in concerto con l’immagine che non deve necessariamente essere perfezionata in post-produzione, potendo  fare già molto, se non tutto, con il pro-filmico – messa in scena, luci, recitazione, direzione, fotografia – per poi lasciare al montaggio la magia finale.

Sicuramente va apprezzata la critica sociale con cui il regista umilia e si prende gioco di lor signori: banche, assicurazioni e sistema politico-economico in generale. La vendetta personale del figlio del povero mago gettato sul lastrico anni prima da Freeman è poi il solito sacrosanto tema terapeutico con cui infarcire i film per renderli il più possibile vicini alle aspettative del pubblico. Un’operazione quindi più che dignitosa. Un’ora e mezza diverte, ma non troppo. Il film perde tensione a più riprese, e nemmeno il finale riesce a fare il botto. Peccato.

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