Regia di Arthur Penn vedi scheda film
Un grande western, e uno dei pochi, com'è noto, che stanno davvero dalla parte degli indiani, e che demoliscono l'immagine costruita dal western classico dove l'"uomo bianco" è sempre "buono" e dalla parte della ragione e l'indiano sempre "cattivo", o quanto meno selvaggio, e dalla parte del torto; innanzitutto qui la descrizione del popolo indiano non si limita al solito accenno stereotipato, ma viene approfondita, analizzando usi, costumi e usanze, e ponendo l'accento non sui lati "barbari" ma su quelli umani e pacifici, e soprattutto facendo notare come storicamente siano stati sempre più sleali e scorretti i "bianchi" nei confronti dei nativi d'America che viceversa, non rispettando i patti prestabiliti e attirandosi quindi il loro odio...
Il film inizia in tono piuttosto scanzonato e tendente all'umorismo, ma strada facendo la vicenda vira sempre più verso il drammatico, fino a giungere a momenti di grande tensione (lo sterminio del campo); la vicenda complessa e articolata e il folto stuolo di prsonaggi contribuiscono a creare un film dall'aspetto epico, che resta decisamente nella memoria; e nella memoria resta anche la frase reiterata del capo Cheyenne Cotenna di Bisonte "... e Il mio cuore vola alto come un falco" pronunciata ogni volta che ritrova, inaspettatamente, il suo nipote adottivo Jack Crabb/Dustin Hoffman, per esprimere la sua gioia nel rivederlo...
Comunque uno dei grandi western anni '70, uno di quelli di solito mestiere, che hanno fatto la storia del genere...
Grande "piccolo" attore (di statura), perfetto nel suo ruolo, col talento che conosciamo...
Affascinante e raffinata...
Un capo indiano umanissimo e rassicurante...
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