Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
“…se scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.” Friedrich Nietzsche
Jep Gambardella è il re della mondanità romana. Autore di un libro molto apprezzato, da anni si è riciclato giornalista. Jep appartiene a una fauna di artisti, intellettuali, nobili e criminali che ogni notte si ritrova per partecipare a feste e banchetti nelle più belle residenze della capitale.
Filmare il vuoto può essere pericoloso; si rischia di esserne risucchiati. Paolo Sorrentino, regista capace e intelligente, conosce questa minaccia e prova a eluderla facendo viaggiare la sua Grande bellezza in superficie.
La scelta è ragionevole ma serve attenzione. Se mantenere le distanze permette una visione più chiara, per viaggiare sicuri è necessario anche altro. La leggerezza.
La grande bellezza difetta in questo: non fluttua lievemente ma incede gravemente. Un peso, questo, che ne condiziona la visione.
Il protagonista, Toni Servillo, sembra sintetizzare il film in una battuta. Durante una festa, Jep osserva gli amici fare il classico trenino e commenta: “Il nostro trenino è il migliore perché non va da nessuna parte”.
Credo si possa dire lo stesso della pellicola. Il vuoto è così intenso che smette di essere semplicemente rappresentato e diventa tangibile, rendendo il film stesso vittima di quello che denuncia.
Regia, fotografia e musiche, comunque, hanno qualità che garantiscono un prodotto curato e formalmente apprezzabile. Sarei curioso di vedere Sorrentino, autore del soggetto e co-autore della sceneggiatura, impegnato in un progetto scritto da qualcun altro.
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