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La grande bellezza

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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La recensione su La grande bellezza

di mc 5
10 stelle

Opera talmente alta, massiccia e complessa che francamente sarei tentato di rinunciare ad ogni commento, consapevole che le mie misere parole sarebbero inadeguate di fronte allo splendore di certe immagini. Film epocale, che onora il cinema italiano contemporaneo. Immagini di abbacinante bellezza conducono per mano lo spettatore in un lungo viaggio da cui egli uscirà consapevole e travolto dalla possenza di una visione di cui conserverà eterno ricordo. Paolo Sorrentino è notoriamente uno dei nostri cineasti più apprezzati e dunque sapevo di potermi aspettare un prodotto all'altezza, ma ciò che ho visto ha largamente superato le mie pur ottimistiche aspettative. Si tratta di un lavoro pensato "in grande" e realizzato ancor di più in questa chiave. E quando dico "pensato" mi riferisco ad una impegnativa sceneggiatura firmata a quattro mani dallo stesso Sorrentino assieme ad Umberto Contarello, nome già noto a chi frequenta "cose" di cinema italiano. Allora: "Felliniano sì o no?" Sì, da morire! Ed è uno degli aspetti dell'opera che più mi hanno inebriato, alimentando la mia inesauribile fame di cinema. Quanti volti, infatti, quante facce bizzarre, una galleria di personaggi talmente vasta che non si può non pensare alla vena creativa del Maestro. Un lungo viaggio che finisce con l'approdare ad una inevitabile deriva che ha il sapore del rimpianto e della malinconia, in un mix di tristezza e disincanto che talvolta declina al cinismo, generando suggestioni che attengono alle corde più sensibili e profonde della nostra condizione di uomini. Immagini che non potrò mai dimenticare, alcune dotate di una forza che ti scava nel profondo e ti fa percepire un ineffabile senso di "grande bellezza". La grandezza di una Roma in cui passato e presente si accavallano continuamente, le vestigia di un'antica civiltà s'insinuano nelle pieghe della nostra attuale condizione, penetrando le miserie di un presente spesso vacuo ed egoista, tra suggestioni di spiritualità e ricerca del senso di un'impossibile pace interiore. Quello che non mi posso permettere è di entrare nel dettaglio del film, troppo complesso, e mi limiterò quindi a riportare ciò che tutti già sanno. Cioè che colui il quale ci accompagna in questo percorso tra luci ed ombre di una Roma "totalizzante" è uno scrittore, Jep Gambardella, approdato molti anni prima nella città eterna dalla nativa Campania e che, dopo un successo editoriale che lo rese celebre, si è abbandonato all'inedia, consumato da un'ossessione della mondanità che ha prosciugato la sua vena creativa. Jep non vive ma si lascia vivere. In questo mare fatto di noia e di vuoto egli non nuota, ma galleggia, senza aspettarsi molto, osservando persone e caratteri che popolano la sua vita con una dose di patetico ma inossidabile cinismo che gli fa sopportare tutto. Però, con un tenero fantasma in fondo al cuore, il ricorrente ricordo del primo amore, un'isola nascosta che nessun cialtrone o ruffiano potrà mai portargli via. Sullo sfondo di una Roma popolata di personaggi che evocano tante miserie e ben poche nobiltà, ma che affascina inesorabilmente lo spettatore, stringendolo in un abbraccio inestricabile. E aggiungo che sono soddisfatto, dopo la delusione per il non felice (ed ingiusto!) esito commerciale dello splendido "Reality" di Matteo Garrone, nell'assistere oggi ad un buon successo del film al box office, dove si sta difendendo con molto onore dall'assalto di furbi e ricchissimi blockbuster americani. Il cast è infinito e curato in ogni dettaglio, popolato (come nel miglior Fellini) da decine di talentosi caratteristi, spesso misconosciuti professionisti del teatro. Partiamo da uno stratosferico Toni Servillo, mattatore che si esibisce in una performance da oscar. Un Verdone mai visto così malinconico, finalmente valorizzato come attore drammatico. Una Ferilli che suona credibile e verace forse perchè mette in scena una parte di sè stessa. Un fantastico Carlo Buccirosso. Uno strepitoso Massimo Popolizio. Un incredibile Roberto Herlitzka. Ma sono troppi, troppi... e mi devo fermare qua. E che dire della meravigliosa fotografia firmata dal veterano Luca Bigazzi? E delle scelte musicali, emozionanti, curate da Lele Marchitelli? Nelle nostre sale sta trionfando una serie di tremende minchiate, che vanno da Vin Diesel a Will Smith passando per le Notti da Stupidi Leoni. E allora, fatevi un regalo, andate a vedere un capolavoro. Un piccolo gesto che è anche un contributo ideale a combattere il cattivo cinema.


Voto: 10

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