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Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su La migliore offerta

di FilmTv Rivista
8 stelle

Il cinema di Giuseppe Tornatore riflette sempre sul cinema stesso. È saggio e narrazione insieme. Anche con La migliore offerta il regista di La sconosciuta (due film che hanno come sfondo comune Trieste e una donna misteriosa e ferita) ci mette in guardia sulla manipolazione: degli affetti, dei sentimenti, dell’apparire e dell’essere, degli sguardi e di come una storia può farsi notare a suo piacimento. Dentro ai film di Tornatore c’è tutto il cinema del mondo, tutti i generi, tutto quanto assorbito dai suoi occhi di famelico appassionato di un’arte capace quasi sempre di incantare. Ecco quindi una casa avvolta da arcani segreti, ecco una creatura enigmatica che soffre di agorafobia e che vive da anni isolata all’interno di un minuscolo angolo a sua volta inglobato nella fatiscente dimora che ora vorrebbe mettere all’asta. Ecco dunque un grande intenditore d’arte, divenuto ricco e famoso grazie alla sua scaltrezza nell’individuare opere di valore magari celate dalla muffa e da disattente lontananze. Due anime solitarie che s’incontrano, prima attraverso un muro che li separa, poi grazie alle loro voci, infine di persona. Lei è diafana, pallida, pare un extraterrestre; lui ha il volto rigato dalle esperienze, solcato dall’antica gavetta. Come in Io e Te di Bernardo Bertolucci, due personaggi che rifuggono il mondo, che pretendono di ricostruirlo ingabbiandosi, al riparo dai rumori della vita. Niente cellulari, piuttosto lenti di ingrandimento. Niente clamori, ma la necessità di rimanere nell’ombra. Anime perse (c’è qualcosa di Arpino nell’aria), simulazioni, i capelli tinti, falsi d’autore spacciati come capolavori, raggiri, ingranaggi inceppati, guanti per non “contagiarsi”, misantropie forzate dalle disillusioni: nel copione di Tornatore ci sono mille spunti e mille suggestioni. Che una messa in scena sobria, quasi agli antipodi rispetto al suo cinema passato, rende ancor più eccitanti e morbosi (il finale è una super sorpresa alla Bryan Singer assolutamente da non rivelare). In questo thriller dell’anima l’australiano Geoffrey Rush si muove come un bambino a Disneyland. Mentre l’inedita (almeno per noi) olandese Sylvia Hoeks ha i tratti di un’androide caduta sulla Terra per studiare l’Uomo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 2 del 2013

Autore: Aldo Fittante

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