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La migliore offerta

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su La migliore offerta

di myHusky
4 stelle

"In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico." 

 

Chissà se Giuseppe Tornatore abbia preso spunto proprio da queste parole pronunciate dall'elegante battitore d'asta Virgil Oldman per realizzare il suo ultimo (decimo) lungometraggio.  

La migliore offerta, sintesi di diversi generi al servizio di una regia sfarzosa e pretenziosa, ci pone davanti a numerosi quesiti, che aumentano con il progredire della trama.
Opera autentica o falso d'autore?

 

Virgil Oldman è un ricco e burbero battitore d'aste che si interessa principalmente di oggetti d'arte. Assieme all'amico Billy si accaparra numerose quantità di tele a basso costo, durante le stesse aste da lui presiedute. 

Un giorno viene contattato da una giovane ragazza che lo invita per una valutazione nella villa di proprietà dei genitori, deceduti poco tempo prima. Oldman accetta l'invito, ma, dato il suo carattere particolarmente scontroso e indisponente, non riuscendo ad avere contatti reali con la donna, che comunica solamente tramite telefono o attraverso il portiere della casa, si ritrova a dover minacciare di abbandonare il lavoro. Con il passare dei giorni, però, Virgil si avvicinerà alla ragazza e riuscirà, così, a scoprirne il segreto: Claire (questo il suo nome) soffre di agorafobia e, da quanto aveva quindici anni, non è mai più uscita di casa.

Il tempo trasformerà il rapporto a distanza in un rapporto sempre più intimo, fino a quando, fra i due, nascerà una vera e propria relazione sentimentale, che sconvolgerà Virgil, fino al colpo di scena finale.

 

Attraverso la vicenda di Virgil Oldman, Tornatore realizza un thriller drammatico che ragiona sulla sottile linea che divide il falso dall'autentico. Una riflessione che, e questo appare chiaro dalla conclusione, si può, anzi, si deve estendere alla condizione umana, e non solo a quella degli oggetti d'arte. L'uomo che per tutta la vita ha saputo distinguere il vero dal falso, si ritrova irrimediabilmente truffato dei suoi oggetti più cari e, soprattutto, dei suoi più profondi sentimenti. 

Portando avanti questa riflessione, il regista siciliano realizza una pellicola che, però, suona falsa come la truffa ai danni di Virgil Oldman o come un dipinto di Veliante. Al di là dei numerosi buchi nella trama, dei dialoghi al limite dell'assurdo, delle situazioni incomprensibili o non giustificate, che qualcuno potrebbe definire giustificabili al fine del genere e del finale, il problema principale è che La migliore offerta appare come un'opera piatta e senz'anima, inutilmente presuntosa e profondamente falsa. Tutto è costruito a regola d'arte, minuziosamente, ma nulla riesce a smuoverci o a commuoverci. Tolta la trama, che comunque, come ho già scritto, non è esante da difetti, non rimane nient'altro. Solo un esercizio fine a se stesso.
Altro grande problema dell'ultimo film di Tornatore è il finale, che avrebbe potuto risollevare le sorti del racconto ma che, invece, si rivela tremendamente banale e scontato. Una conclusione che riesce nell'impresa di appiattimento definitivo della storia, diluendo il contenuto drammatico e rovinando le (poche) atmosfere da thriller che la trama era riuscita ad accumulare.

La regia, pomposa e preteziosa, prova a dare un tono di autorevolezza e di importanza alla storia, ma, purtroppo, non riesce nell'intento. Lo stile barocco e sovrabbondante poco si lega agli eventi narrati e rende il tutto ancora più falso e privo d'anima. 
L'unico punto di forza dell'intera pellicola è l'intrpretazione di Geoffrey Rush che riesce a salvare il personaggio principale, rendendo credibile e in parte apprezzabile la figura (scritta male) di Virgil Oldman. Poco rilevanti, invece, le prove di Jim Sturgess e di Sylvia Hoeks.

In conclusione, La migliore offerta si presenta come un mediocre film di genere, scontato nella sua conclusione, carente nel resto della narrazione e inutilmente ricercato nella sua regia. 
Insomma, tanta presunzione e poco altro.

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