Regia di Andrea Zaccariello vedi scheda film
Un imprenditore romano in crisi fiuta l’affare del secolo: aprire un’agenzia di pompe funebri in un paesino dove vivono soltanto anziani. Peccato che i longevi abitanti non ne vogliano sapere di morire, tanto che gli affari non vanno proprio come nelle attese…
Commedia italiana moderna, con uno stile da “vista una, viste tutte”: vizi e manie italiane (tipo intestare agli anziani i propri debiti oppure vivere al di sopra delle proprie possibilità), in cui un uomo mediocre (che si crede migliore di quello che è) si scontra con la dura realtà. Ecco, questo scontro, ossia l’apprendere che le proprie previsioni sono andate decisamente deluse, dovrebbe essere il quid da cui si prova a far ridere; ma le risate, in fondo, non arrivano mai. Colpa di un incipit frettoloso, in cui il personaggio non viene descritto adeguatamente, nonché dell’assenza totale di un auspicabile umorismo nero (forse addirittura d’obbligo, trattandosi di un film comico che parla di morte).
In compenso, la virata verso un finale pieno di melassa fa in modo che nel film si pianga o comunque ci si commuova più di quanto si rida. Quel che rimane è l’inevitabile valorizzazione prezzolata del Belpaese (ennesimo film commissionato dalla Regione Puglia), che ha un finale decisamente discutibile, in cui Brignano – facendo fede alla sua recente vocazione da prete spretato – parte col pistolotto moralistico, senza tuttavia riflettere sul fatto che mentre ci esorta ad essere liberi, l’attore sfoggia con faccia di bronzo inimitabile una polo imposta dal product placement, per un esempio memorabile di falso moralismo…
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