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Flight

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Flight

di Baliverna
9 stelle

Bellissimo questo film di Zemeckis, l'autore di tanti successi di pubblico degli anni '80 e '90. E' molto ben fatto e coraggioso: il regista ha infatti il coraggio di concentrare tutta l'azione e la spettacolarità nella primissima parte, per poi passare ad analizzare personaggi e dilemmi morali. E' un'opera ricca di sostanza, che mette a fuoco il problema della verità e della menzogna, del potere liberante della verità, della stima e del disprezzo di se stessi.
Il problema che pone la situazione (comandante abilissimo e fortunato, ma ubriaco e drogato) è sfaccettato e complesso, e non si può tagliare con l'acetta. A ben guardare, però, la linea per il taglio c'è, benché spezzettata. Nel dilemma il piano personale del protagonista sembra inizialmente poter restare separato da quello professionale e dalla realtà dell'incidente, ma poi i due piani devono per forza incontrarsi. La priorità assoluta è davvero il farla franca davanti alla giustizia umana? Oppure questo avrebbe come conseguenza necessaria un totale e meritato disprezzo di sé? Whip è stato più di ogni altra cosa fortunato, ma la sua condotta di vita è di per sé una grave colpa verso coloro che sono sull'aereo con lui, durante ogni volo.
Accanto a queste considerazioni, c'è il problema personale che egli ha con l'alcol e la cocaina, causa anche dello sfascio della sua famiglia. Come giustamente si dice nel film, uno dei motivi per i quali non si riesce a venirne fuori è il coprire il problema, il negarlo, il nasconderlo davanti agli altri (e magari se stessi) con un mare di bugie. Il primo passo per uscirne è ammettere il male, chiamarlo col suo nome, smascherarlo, e quindi anche lasciarsi umiliare dalla verità. Tutto ciò, benché inizialmente molto spiacevole, ha un effetto liberante e rinforzante. Con un paradosso solo apparente, infatti, il protagonista ritrova la stima di sé e degli altri proprio dopo essersi umiliato e aver detto a tutti la verità, trovando così anche la forza di uscire dalle sue dipendenze.
Trovo questi concetti veri e molto interessanti, che si possono applicare a molti problemi che attanagliano le nostre vite.
Un punto che mi è piaciuto molto è, oltre che l'ottima sequenza dell'aereo in avaria, il momento in cui Whip entra come per caso, mentre in realtà il serpente della tentazione lo sta avvolgendo con le sue spire, nella stanza attigua e trova gli alcolici nel frigo. E' un momento tesissimo e di grande cinema. Memorabile anche quando è messo di fronte alla possibilità di mentire alla corte, con una bugia comoda e offerta su un piatto d'argento: incolpare vilmente la collega morta e cavarsela del tutto davanti al giudice. Zemeckis qui alterna alcune ottime inquadrature della foto della donna e del volto del protagonista, rendendo evidenti i contorni della situazione e lo stato d'animo di quest'ultimo.
Volendo fare la pulci ad un ottimo film, posso solo dire che non mi ha convinto tanto il personaggio della ragazza drogata che si sistema a casa di Whip: forse l'attrice è fuori parte e il suo personaggio è un tantino sbiadito.
Zemeckis ha girato un grande film, pieno di sostanza e di intelligenza, che ha molto da dire e da far pensare, che non si concentra solo sul più superficiale spettacolo (che è la malattia della Hollywood di oggi). Bravissimo Denzel Washington in un ruolo difficile e complesso.

Detto a margine, non sarebbe sbagliato imporre periodici controlli antidroga a piloti e autisti, perché costoro non hanno il diritto di drogarsi.

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