Regia di Giacomo Campiotti vedi scheda film
La prima impressione potrebbe essere quella del trito e ritrito racconto di formazione in cui l'ingenuo e un po' arrogante protagonista si redime e riesce ad arrivare all'amore della sua vita.
Bianca come il latte, rossa come il sangue ha però qualcosa in più che lo differenzia dalle solite storielle d'amore, pur avendo anche alcuni aspetti negativi e a volte irritanti.
-Regia
innanzitutto la regia è meno scontata del solito e Campiotti ha pure delle belle trovate, ci sono inquadrature interessanti, come per il dialogo tra Silvia e Beatrice, in cui una viene inquadrata direttamente, mentre l'altra è vista attraverso uno specchio.
-I colori
Mi è piacuta l'idea di riprendere continuamente il titolo e il tema della donazione di sangue e midollo, che è poi il punto forte che rende originale la pellicola. Praticamente in ogni scena infatti è presente il colore rosso e interessante è anche la metamorfosi cromatica della camera di Leo.
-I clichè
Ci sono alcune parti in cui la mia glicemia e pericolosamente salite e altri frangenti, soprattutto nella parte iniziale, pieni di falsi stereotipi, come quello del secchione in sovrappeso che nel finale si riscatta e segna il rigore decisivo nella finale di calcetto, la mamma ansiosa e catastrofica, ma il più irritante, i ragazzi di 4^ che bullizzano i più piccoli e si vestono con un total black semi-punk.
-Gli attori
Aprezzabile la scelta di attori giovani, d'altronde è una teen-comedy, ma diciamo che la qualità recitativa non è proprio eccelsa, anche se Argentero qui risulta credibile e Insinna con la sua spigliatezza è divertente pur sembrando sempre un po' "inadeguato".
-Mondo malvagio
Non so se è solo una mia impressione, ma alcuni personaggi sono veramente cattivissimi e approfittatori: Leo ha un'amica palesemente innamorata di lui, che quando gli rivela i suoi sentimenti lui non gli rivolge più la parola e la richiama solo per farsi falsificare una firma, seppur per una buona causa. E l'amica stessa appena Leo la richiama abbandona il "secchione" a fare una ricerca da solo, preferendo correre dal bello e dannato.
In definitiva il film è piacevole e discretamente originale, ma propone un modello in crisi di valori e totalmente distorto della gioventù del giorno d'oggi.
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