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Bianca come il latte, rossa come il sangue

Regia di Giacomo Campiotti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bianca come il latte, rossa come il sangue

di mm40
4 stelle

Dalla cattiva letteratura si può ricavare anche un film dignitoso; questo Bianca come il latte, etc. sicuramente ha tutte le carte in regola per emozionare, divertire, suggestionare lo spettatore (merito essenzialmente di Campiotti), ma pone le sue basi su una trama realmente esile e non priva di banalità e momenti superficiali (sceneggiatura di Fabio Bonifacci e Alessandro D'Avenia, dal romanzo di quest'ultimo). La schematica costruzione, troppo facilmente rivelabile, dei personaggi raggiunge l'apice della prevedibilità nella figura del professore 'Sognatore', deus ex machina che arriva, insegna la lezione al giovane protagonista e sparisce; ma anche la netta dicotomia narrativa della pellicola, che vede nella sua prima parte il nucleo di amici stringersi attorno alle vicende di Leo e nella seconda scomparire quasi del tutto, dimostra una certa vena sbrigativa nella fase di scrittura. Fra i pregi del lavoro rimangono comunque il buon cast di giovanissimi e semisconosciuti diretti ottimamente, con tanto di accoppiata di guest star: il perfettamente in parte Flavio Insinna e il solito altalenante Luca Argentero; e in un ruolo marginale c'è anche Cecilia Dazzi. Va riconosciuto senza dubbio il coraggio, a D'Avenia, Bonifacci e Campiotti, di portare sul grande schermo una storia che soltanto in apparenza può sembrare una qualsiasi commedia romantica adolescenziale, ma che cela situazioni e argomenti drammatici riuscendo sempre a non lasciarli prevalere (la gag di 'Dio' scambiato per 'fin'); l'ovvio e inevitabile lieto fine si può perdonare, anche se pare un po' frettolosa la scelta di raccontare consequenzialmente, nel finale, la morte di una ragazzina e una festa spensierata a suon di limoni e rock barzotto. A tale proposito (il rock barzotto), la colonna sonora originale di Andrea Guerra è inframezzata da brani dei Modà, fra cui la sanremese Se si potesse non morire, perfetto complemento auditivo per un paio di scene che ricordano incontrovertibilmente la provenienza televisiva del regista. Che, a questo punto, farebbe bene a insistere (anche?) nel cinema. 4/10.

La trama

Leo fa la terza superiore e ama segretamente Beatrice, compagna di scuola di un anno più grande. Quando riesce a dichiararsi a lei, però, è troppo tardi: la ragazza è infatti affetta da leucemia e sta molto male. L'unica che capisca e consoli Leo rimane Silvia, sua compagna di classe e confidente.

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