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Amiche da morire

Regia di Giorgia Farina vedi scheda film

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La recensione su Amiche da morire

di supadany
5 stelle

L’attuale commedia italiana è virata decisamente al maschile; in scena le donne, salvo rari casi, sono spalle dei colleghi, e le cose vanno molto peggio dietro la telecamera visto che sono numericamente pochissime.

Per questi motivi di base, si accoglie con curiosità questo film di Giorgia Farina, con tre attrici protagoniste assolute, in più la trama prova ad andare al di là dei consueti schematismi.

In un isolotto del meridione, tre donne molto diverse tra loro si ritrovano a spalleggiarsi quando Olivia (Cristiana Capotondi) uccide per difesa il marito, ladro in fuga col malloppo, così che decidono di dividersi il bottino in tre parti.

Sulle loro tracce un commissario di polizia (Vinicio Marchioni) che già ha avuto a che fare con Gilda (Claudia Gerini), la più sveglia del trio, e che cerca di mettere in crisi la sfortunata, e single imperterrita, Crocetta (Sabrina Impacciatore).

In più, altri ostacoli si frappongono tra loro e la possibilità di utilizzare quella montagna di soldi.

 

Vinicio Marchioni, Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore

Amiche da morire (2013): Vinicio Marchioni, Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore

 

Si segue con una certa simpatia l’opera prima di Giorgia Farina, classe 1985, scritta dalla stessa in coabitazione con l’esperto Fabio Bonifacci, che segue tre figure di donne alle prese con una vicenda a tinte fosche gestite sempre sul versante della commedia con ovvie inclinazioni “nere” non troppo appesantite.

Tre figure femminili agli antipodi, descritte nella prima parte approfittando, ed approfondendo, le loro caratteristiche, con tratti evidenti, per cui Gilda è la donna che fa girare la testa (e che per questo viene pagata), Olivia la classica mogliettina parecchio ingenua (quanto civettuola) e Crocetta la donna alla quale non gliene va bene una con gli uomini (non solo per colpa sua).

E le attrici (Sabrina Impacciatore (voto:7,5), Claudia Gerini (voto:7) e Cristiana Capotondi (voto: 6,5) in ordine di merito) riescono ad incarnare proprio bene i rispettivi personaggi posti all’interno di un contesto destinato a prendere pieghe insolite.

Un materiale da maneggiare con cura, che presenta più di uno svarione, soprattutto per tutto quanto riguarda il versante delle indagini, ma visto il tenore da commedia “noir” si è più facilmente predisposti a perdonare qualcosa, in più qualche trovata funziona bene (occhio alle scatolette di tonno) ed il panorama umano radicato nel profondo sud, tra tradizioni (vedi il santo, ma anche gli atteggiamenti delle signore in età) e ricerca di cambiamento delle protagoniste, è uno sfondo su cui è facile appoggiarsi.

Più complicato invece passare a cuor leggero sopra gli ultimi cinque minuti, quasi lascivi, si perde del tutto il controllo, si sorvola completamente su una scena chiave (recuperare i soldi nascosti) per poi chiudere senza una grande spinta.

Una commedia comunque che ci prova a tutto campo, con risultati rivedibili, ma per la regista potrebbe essere tutta esperienza utile in previsione dei suoi prossimi lavori (“Ho ucciso Napoleone”, 2015).

In fondo qualcosa si muove.

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