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Una folle passione

Regia di Susanne Bier vedi scheda film

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La recensione su Una folle passione

di barabbovich
7 stelle

È il 1929, in America c'è una crisi economica mai vista ma a George Pemberton (Cooper) gli affari vanno a gonfie vele. Con la sua giovane moglie (nel film viene anche aggettivata come "bella": ma Jennifer Lawrence sembra una bambola di gomma col viso gonfiato da eccessi alcolici) lascia Boston per andare nella montagne del North Carolina, dove i due fanno soldi a palate grazie al commercio di legname e a libri contabili non proprio immacolati, in attesa di aprire altre attività in Brasile. L'idillio si spezza quando la donna, che quanto a senso pratico tiene perfettamente testa a tutto l'androceo che la circonda, salva da morte sicura una guida che lavora per conto del marito (Ifans). Ma in quella circostanza perde il figlio che ha in grembo e inizia così una paranoica rivalsa contro il marito che ha un pargolo non riconosciuto nel villaggio dove viene tagliata la legna: un intreccio che sarebbe piaciuto a Matarazzo.
Il cinema di Susanne Bier è tutto incentrato sulle traiettorie sghembe delle relazioni di coppia. Non fa eccezione questo film tratto dal best-seller di Ron Rash e diretto con un pizzico di calligrafismo di troppo, ma nel quale l'atmosfera torva e mefitica che si respira tra i boschi, gli antagonismi sopiti a fatica, l'illegalità serpeggiante e la misoginia mai espressa compiutamente degli autoctoni rappresentano la cifra ideale a complemento di un plot denso, carico di tensione, con spunti di riflessione sui temi della maternità e sull'avidità senza scrupoli del capitalismo americano e con improvvise accelerazioni drammatiche. Se vi hanno detto che dei tre film che Bradley Cooper e Jennifer Lawrence hanno finora girato insieme (gli altri due sono Il lato positivo e American Hustle) questo è il peggiore, non credetegli: Serena (questo il titolo originale del film) è quello più sobrio e riuscito.

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