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Per qualche dollaro in più

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Per qualche dollaro in più

di DeathCross
9 stelle

"In un luogo dove la Vita non aveva prezzo, la Morte, qualche volta, lo aveva. Per questo comparvero i cacciatori di taglie."

Un cavaliere, mostrato in campo lungo, si muove nel deserto osservato da un individuo identificabile con la MdP (e quindi dal pubblico). L'osservatore fischietta, e spara, uccidendo il cavaliere. Titoli di testa.

 

Non ci è dato sapere chi sia il cavaliere, né perché venga ucciso, ma ciò non è importante: infatti, con questa scena iniziale e la didascalia che introduce il film (come in "Giù la Testa") Leone catapulta lo/a spettatore/trice all'interno del Suo Film, del Suo Mondo, dove il Mito dell'West, come in tutta la Trilogia del Dollaro, viene contemporaneamente distrutto e costruito. Come dice l'introduzione, il tema della Morte è centrale (come in tutta la produzione Leoniana), e va a proporre quasi una sorta di ribaltamento della religione cristiana: infatti, la Morte viene posta da Leone in condizione di superiorità rispetto alla Vita, e ciò vale sia per le gesta dell'Indio (uno straordinario Gian Maria Volontè), che pratica la violenza (sia come omicidio che, peggio, come violenza sessuale) seguendo un compiacimento personale, sia dai due protagonisti, in particolare dal Monco (l'Uomo Senza Nome della Trilogia, Clint Eastwood). Paradigmatica è la scena finale della conta dei cadaveri sotto forma di denaro, tanto ironica quanto sconcertante. Inoltre, il tema della Morte è presente nel nome stesso del personaggio di Lee Van Cleef: Mortimer. E il suo personaggio, infatti, sembra quasi una sorta di fantasma venuto dal Passato, un Passato che sta ormai giungendo alla sua inevitabile fine, come accadrà, per esempio, con "C'Era Una Volta Il West", dove viene mostrata la fine del Mito della frontiera a causa dell'arrivo dei treni (qua accennati nella figura del vecchietto "rimbambito" dal fischio delle locomotive).

 

Un altro tema presente nel film è quello dell'osservaione reciproca sottolineato anche dal brano "Osservatori Osservati" presente nella Splendida Colonna Sonora di Ennio Morricone: tutti i personaggi si osservano, si studiano, come nella scena della preparazione del colpo in banca, dove la banda osserva (e conta il tempo) la ronda delle guardie e aloro volta i complici dell'Indio sono osservati da Mortimer, che spostando il cannocchiale scopre di essere a sua volta osservato dal Monco. Questo osservare è evidenziato dall'insistita attenzione di Leone per gli sguardi dei personaggi, che riescono ad essere molto più eloquenti di mille dialoghi. I personaggi si osservano e si studiano a vicenda per capire il piano altrui e poterlo volgere a proprio vantaggio, come fa Mortimer col Monco o come fa l'Indio coi due bounty killer per poter eliminare i propri complici riducendo anche la fetta del bottino (elemento che verrà riproposto anche in "The Dark Knight", nella scena iniziale della banca).

 

Infine, si può notare un altro importantissimo tema presente in tutta la produzione leoniana, ovvero il Tempo, qui introdotto dal Carillon, strumento con cui l'Indio scandisce il tempo a disposizione dell'avversario per poter raccogliere la pistola e sparare, e con cui il Monco (utilizzando la copia appartenente a Mortimer) riesce a equilibrare il duello finale, rendendo possibile la Giusta Vendetta del sergente. Questo duello finale si presenta come una sorta di preparazione del ben più celebre "Triello" finale de "Il Buono, il Brutto, il Cattivo", capitolo conclusivo della Trilogia del Dollaro: infatti, anche qui la regia di Leone propone un magnifico gioco di sguardi, e anche qui sono presenti tre personaggi, ma qui il personaggio di Eastwood non partecipa al duello come contendente, limitandosi a fare da "arbitro" allo scontro tra Van Cleef e Volontè. Da segnalare, inoltre, il fatto che Mortimer chiama a gran voce l'Indio prima del duello, più o meno come succedeva in "Per un Pugno di Dollari" (capitolo precedente della Trilogia), con Joe (Eastwood) che chiamava Ramon (Volontè) dal fumo.

 

Un'altra scena di "duello" è la meravigliosa e divertente scena del "litigio" fra i due bounty killer, che passa dall'ordine rivolto allo sventurato facchino di riportare in camera/portare alla stazione i bagagli di Mortimer, per poi passare all'insudiciare le scarpe, scatto d'ira del Monco che tira un pugno all'avversario, e che culmina con gli spari rivolti ai rispettivi cappelli, prima Eastwood che allontana il cappello caduto a terra di Van Cleef a colpi di pistola e poi viceversa, con il sergente che spara al cappello del giovane e continua a colpirlo in aria. Il tutto seguito da un pubblico di tre ragazzini, che osservano la scena vedendovi una somiglianza al loro comportamento infantile.

 

Terzo duello degno di nota è costituito dalla sfida che Mortimer fa al Gobbo (Klaus Kinski), iniziato con lui che accende un fiammifero sulla gobba e concluso, dopo un lungo lasso di tempo, con il duello vero e proprio, dove la MdP compie si muove dal volto di Lee alla mano armata per poi staccare sulla morte del Gobbo.

 

Come accennato prima, Leone preferisce esprimersi con le Immagini (e la Musica) piuttosto che con i dialoghi, e questa predilezione per l'aspetto visivo contribuisce, anche, a mettere in maggior risalto le numericamente essenziali frasi pronunciate dai personaggi Tra le numerose battute memorabili, ne sottolineo due che alimentano il legame presente fra le diverse Opere del Maestro: una, pronunciata da Mortimer, è "Ma alla fine mi faccio sempre pagare", parallela e opposta al "Quando uno mi paga gli porto sempre a termine il lavoro" pronunciata da Sentenza (sempre Van Cleef) in "Il Buono, il Brutto, il Cattivo"; la seconda è invece la frase, pronunciata dal Monco, "Quando devo sparare, la sera prima vado a letto presto", il cui eco si sentirà nel Capolavoro "C'Era Una Volta In America", nel dialogo "Cosa hai fatto in tutti questi anni?" "Sono andato a letto presto."

 

Moltissime cose si potrebbero dire riguardo a questo Cult imperdibile del Cinema Italiano (e non solo), e molte già sono state dette da var* studios*, critic*, cinefili/e, spettatori/rici... Una cosa sola è certa: il Tempo, che Leone ha più volte trattato nel corso della sua carriera cinematografica, non ha danneggiato, né danneggerà, opere come "Per Qualche Dollaro in Più", il cui valore sembra anzi accrescere col passare degli anni.

 

 Voto: 9 (+++)

Gian Maria Volonté

Più dei due protagonisti, è Volonté che, nei panni del folle e drogato Indio, regala l'interpretazione migliore.

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