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Tutti contro tutti

Regia di Rolando Ravello vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Tutti contro tutti

di Fanny Sally
6 stelle

Uscito in sordina e in tempi non sospetti, ovvero quando ancora la spinosa e annosa piaga delle case occupate non era salita alla ribalta delle cronache televisive, l’opera prima di Rolando Ravello, attore con alle spalle una carriera ventennale divisa tra cinema e televisione – noto soprattutto per aver recitato nella discusso biopic dedicato alla vita del controverso ciclista Marco Pantani (Il pirata - Marco Pantani) – è una garbata commedia agrodolce che, mantenendosi sul filo dell’ironia tragicomica, affronta lo scottante argomento del degrado delle periferie e delle precarie condizioni di immigrati clandestini e lavoratori saltuari, senza indulgere nel dramma strappalacrime o depressivo, né cedere ad una banale farsa accomodante.

 

Nel giorno della prima comunione del figlio più piccolo una modesta famiglia di operai che vive in un sobborgo della capitale commette una distrazione apparentemente innocua: lascia libero il proprio appartamento per un paio d’ore. Una volta tornati dalla cerimonia, li attende un’amara sorpresa: una combriccola di non meglio definiti meridionali ha invaso la loro abitazione, trasferendosi in pianta stabile e manifestando l’intento di rimanervi per sempre. Dopo lo sconforto per l’abbandono dei vicini e delle istituzioni, il capofamiglia decide di ingegnarsi portando avanti una propria forma di protesta, costringendo i parenti a occupare il pianerottolo di casa, situazione che mette in bilico gli equilibri familiari.

 

Certo la rappresentazione del deterioramento socio-culturale delle periferie fagocitate da immigrati clandestini, zingari, ignoranza, assenza di legalità, microcriminalità, mette in moto molte riflessioni complesse e non si esime dal ricalcare stereotipi piuttosto facili, ricadendo talvolta nella macchietta (è il caso del trio di fumati, del boss di quartiere con figlio debole o del transessuale brasiliano), ma nel complesso gli attori, lo stesso Ravello, la sempre brava Kasia Smutniak, e i sanguigni Marco Giallini e Stefano Altieri, danno corpo a personaggi ben caratterizzati e il loro è un buon lavoro, così come quello dei caratteristi di contorno, ben calibrati, la regia è pulita, semplice e scorrevole e il beffardo guizzo finale evita alla storia di affondare nel facile buonismo.

Da recuperare.

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