Regia di Peter Weir vedi scheda film
Versione moderna del “Casablanca” di Curtiz, con intrighi, esotismo e love-story su sfondo bellico. Ottimo l'affiatamento dimostrato dalla giovane coppia protagonista.
“Un anno vissuto pericolosamente” è probabilmente la migliore riproposizione moderna del “Casablanca” di Michael Curtiz. Ci sono gli stessi ingredienti: intrighi, dramma, love-story, esotismo, guerra... Peter Weir è come sempre molto bravo nel riuscire a far prendere vita a tutte le storie che porta sullo schermo, e in questo caso è largamente aiutato dall'ottimo, evidente affiatamento che dimostrano Mel Gibson e Sigourney Weaver. Una curiosità a proposito del titolo: la frase venne usata dal generale Sukarno nel suo discorso durante il giorno dell'indipendenza del Paese, prendendo in prestito proprio le parole italiane “vivere pericolosamente”. Il film fu presentato in concorso a Cannes dove pur non vincendo (la palma d'oro andò a "Narayama Bushiko" di Imamura) ottenne un discreto successo di pubblico e critica. A livello commerciale fu invece meno fortunato, incassando all'incirca la stessa somma (13 milioni) che era costato.
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