Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film
Ci sono pochissime premesse da fare su questo film passato praticamente (e a ragione) in sordina.
Il messaggio del regista è impenetrabile o (molto più probabilmente) inesistente.
Tenta di scavare nel marcio (di che cosa poi non è ben chiaro), nella corruzione dell’impulso sessuale, ma fa emergere solo un vuoto narrativo quanto emotivo come di rado è capitato di vedere.
“Under the Skin” è un film sul sesso senza sesso, dove una (non) donna incontra uomini schiavi di desideri bassi ed effimeri.
Un’opera che vorrebbe parlare delle (e riflettere sulle) apparenze e sulla loro caducità, ma non racconta né comunica nulla di concreto (né di astratto): non c’è una fine né un inizio, non ci sono personaggi, ma solo corpi vacui che riempiono le inquadrature.
Forse è un film sulla morte della seduzione?
Forse va invece visto secondo un’ottica sessista? (non c’è un uomo presente nel film che non venga rappresentato come un verme sessodipendente, quando non addirittura ignobile stupratore).
Si salvano due sequenze da applausi: quella dove una delle vittime della Johansson sprofonda nel nero e si smaterializza dissolvendosi in un non meglio definito abisso, e quella finale dove la protagonista si spoglia della propria pelle.
Due atti sublimi di splendore inarrivabile che annegano in un nulla indefinibile proprio come fanno i tanti uomini nel corso del film.
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