Espandi menu
cerca
Nella casa

Regia di François Ozon vedi scheda film

Recensioni

L'autore

logos

logos

Iscritto dal 15 aprile 2014 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post -
  • Recensioni 310
  • Playlist 2
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Nella casa

di logos
9 stelle

Già nelle prime scene abbiamo una ben organizzata scuola superiore francese. Ogni insegnante ha il suo ufficio personale, addirittura vi è pure una mensa per docenti e il nostro protagonista (non l’unico), il professore di letteratura, appassionato della sua materia nonché di filosofia, è appena tornato dalle vacanze estive, con un’opinione non del tutto idilliaca della vita, avendo trascorso le ferie in compagnia della lettura del pensiero di Schopenhauer.

Ernst Umhauer, Fabrice Luchini

Nella casa (2012): Ernst Umhauer, Fabrice Luchini

 

 

Si lamenta con la moglie, per il fatto che il suo scopo di insegnante è quello di appassionare i giovani alla scrittura, ma non sanno fare altro che comporre brevi proposizioni poco articolate, per di più banali e sgrammaticate. Ma tra i vari temi, ne scorge uno che si contraddistingue, per la forma e per il contenuto, è quello dello studente Claude, che racconta il suo week-end passato nella casa del compagno di casa Rapha. Quel che sorprende l’insegnante e sua moglie è lo stile della scrittura di questo ragazzo, il modo tutto personale in cui pone gli eventi. Si presenta, nel racconto, come un ragazzo solo, abbandonato anni fa dalla madre, costretto ad accudire il padre in un quartiere povero, e pertanto attratto già da un anno dalla casa del suo compagno, che gli sembra confortevole e piena di affetto. E finalmente, nel fine settimana, con la scusa di aiutare il compagno in un difficile compito di matematica, può entrare in casa sua, scrutare l’ambiente che si racchiude in quella casa, ma soprattutto è attratto dall’odore borghese che lo conduce dritto in cucina, dove incontra Ester, la mamma di Rapha.

 

L’insegnante, dopo tante delusioni procurate dagli allievi, è così sorpreso di ritrovare nello scritto di quel ragazzo un potenziale talento, che decide di stimolarlo nella scrittura, di suggerirgli come modificare lo stile, di renderlo più coinvolgente per il lettore, cercando di scrutare più a fondo nell’animo dei personaggi, presenti in quella casa. Nel fare questo, però, il giovane Claude deve entrare nelle grazie della famiglia del suo compagno, ottenere la loro fiducia, dato che Esther, la mamma, lo considera un po’ invasivo. L’occasione propizia si ha quando in occasione di un compito molto difficile di matematica, il giovane Claude convince il suo insegnante Germain a farsi dare i quesiti, in modo da far prendere al suo compagno un bel 9. D’ora in poi, Claude diventa un vero e proprio caro amico per Rapha, il quale sorprendentemente ha un moto di attrazione verso Claude al punto da baciarlo in bocca. Nel frattempo Claude si sente attratto dalla mamma Esther, che la immagina a fare l’amore in modo insoddisfatto con il marito, Rapha, che guarda caso ha lo stesso nome del figlio. Il racconto così prosegue, coinvolgendo sempre di più l’insegnante, che non solo è entusiasta per Claude ma arriva persino a dimenticare sua moglie, la quale gli fa presente che da quando si preoccupa di quel ragazzo non ha più fatto l’amore con lei.

Fabrice Luchini, Kristin Scott Thomas

Nella casa (2012): Fabrice Luchini, Kristin Scott Thomas

 

Del resto anche la moglie del professore ha i suoi problemi, gestisce una galleria d’arte per conto di due proprietarie gemelle, le quali la minacciano di licenziarla se non riesce a tirare su un po’ di mercato con l’arte moderna che in quella mostra intende rappresentare.

E’ inutile proseguire con la trama, basta solo dire che il gioco della narrazione scritta prosegue, prendendo pieghe sempre più inquietanti, fino al punto che la madre Esther si invaghisce del giovane Claude, il figlio lo scopre e lo prende a pugni, mentre il padre, nell’ora di ricevimento, inveisce contro il professore per aver deriso il figlio nell’esposizione di un tema, e infine lo stesso professore viene sospeso dalla scuola perché si viene a scoprire di aver manomesso il compito di matematica su consiglio del giovane Claude.

Ernst Umhauer

Nella casa (2012): Ernst Umhauer

Claude oramai non può più entrare nel cuore di Esther che si è ripresa nella sua normalità, e, interdetto dal continuare a scrivere dallo stesso suo professore, va direttamente a casa sua a trovarne la moglie, alla quale spiffera tutto, la complicità del marito, il fatto che le condanni la galleria con i suoi quadri astratti, l’impossibilità di avere figli…: quanto basta per mandare la moglie in crisi, fino al punto di abbandonarsi sessualmente a questo giovane, proprio mentre l’insegnante, a scuola, sta per essere sospeso. Lascio il finale.

 

In questo thriller, vengono affrontate numerose tematiche. Il professore esprime la figura di uno scrittore mancato, che coltiva le sue passioni letterarie e filosofiche, e in controluce a questa figura viene messo in crisi tutto il mondo attuale della scuola, che vuole riempirsi la bocca di termini più raffinati per quanto riguarda la pedagogia e la didattica (si pensi agli allievi che devono essere chiamati apprendenti) ma in fondo non fa che ripetere l’ossessionante uniformità burocratica, con il pretesto ipocrita di integrare le differenze, facendo indossare agli apprendenti un’identica uniforme.

 

Al tempo stesso non è in crisi solo la scuola e il suo dressage, ma il anche il concetto romantico di formazione, di Bildung, perché nel rapporto che si instaura tra il Professore e Claude la cavia è proprio il professore, dal momento che nel voler realizzare la formazione del ragazzo si scopre come un uomo che ha passato la sua esistenza nel nulla, e che per dare un senso a questa esistenza proietta in Claude le sue possibilità, che guarda caso sono possibilità distruttive, che tentano di mettere in frantumi la rispettabilità di due famiglie borghesi, le quali sopravvivono a se stesse nell’esistenziale tranquillità della loro rappresentazione, ma alle quali basta poco perché si polverizzino come velo d Maya (il film esordisce proprio con Schopenhauer). Ci troviamo dunque di fronte a diversi temi: la crisi della scuola, il concetto ambivalente di formazione, la precarietà della famiglia borghese, ma poi ve ne sono altri: il confronto tra l’arte e la vita, ossia fino a che punto l’una non sia finzione dell’altra, e fino a che punto la vita sia più reale dell’arte se l’arte stessa può condurre una famiglia sull’orlo del precipizio.

 

Un altro tema interessante è quello del voyeurismo. Nel mondo borghese, potremmo dire con Sartre, che, tra l’altro, mi ricorda un po’ il Professor Germain – Woody Allen, siamo tutti voyeuristi, vogliamo ridurre l’altro a nostro oggetto per non fare la stessa fine, ma così facendo l’esistenza rimane spettatrice, come un Dio mancato si trascina a rispecchiarsi nelle vite degli altri per poterle dominare, ma privandosi essa stessa dell’Essere, diventando appunto un nulla d’essere.

 

Film amaro, complesso, filosofico esistenziale, colorito di comicità intelligente, con una musica dolce e dolente, in cui gli attori sanno bene quel che stanno facendo, con una splendida Esther, che, in quanto è l'attrice Emanuelle Seigner, come al solito incanta al punto giusto, e sa esprimere, a mio avviso, tutta l’essenza del contenuto del film: la tematica del desiderio impossibile, che non può essere rappresentato se non nella finzione della realtà e nella realtà della finzione, in cui arte e vita si confondono fino allo smarrimento di se stessi, in una contemplazione che (continua)... 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati