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L'ipnotista

Regia di Lasse Hallström vedi scheda film

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La recensione su L'ipnotista

di Maciknight
5 stelle

E’ un film lento e ben poco avvincente, più opera teatrale che thriller, con protagonisti abbastanza ben tratteggiati e di non facile accettazione, a tratti insopportabili, non so se volutamente o artatamente costruiti dagli autori, che se fossero veramente rappresentativi della situazione sociale del loro paese, allora collasserebbe anche quel poco che rimane del mito svedese (almeno in giovane età rammento che esisteva, ma sono anche trascorse un paio di generazioni), come paese altamente civilizzato, evoluto, con un notevole benessere sociale, vivacità culturale ed ottime istituzioni. In questa trama socialmente ed istituzionalmente non si salva nulla di questo mito: il protagonista che dovrebbe essere un professionista dell’ipnosi molto accreditato si droga con dosi di sonniferi da cadere in catalessi; la moglie (Lena Olin) è una donnetta isterica, ansiosa, sospettosa, pretenziosa, sentenziosa ed a tratti insopportabile; la polizia che svolge le indagini su un caso di omicidio plurimo, cui si aggiunge il rapimento del figlio dei due coniugi sopradescritti, rivela scarsissima professionalità e competenza con una superficialità ed approssimazione da risultare inaffidabili per non dire peggio. La coppia di poliziotti si rivela essere lui una specie di assistente sociale che ricade più volte nello stesso errore di valutazione e di inadeguatezza operativa (soprattutto nel finale) e lei, la partner, di nessunissima utilità, perlopiù occupata a fare la mamma. Ma queste mie critiche si riferiscono ai personaggi concepiti nella sceneggiatura, che se non risulta particolarmente vivace e con alcune sbavature ed incongruenze, è comunque compensata da una discreta maestria registica che denota almeno la padronanza del mestiere. Viene il sospetto che sia proprio la “scuola” svedese cinematografica e narrativa che ha questi toni lenti ed esasperanti, sullo stile dell’ispettore Wallander, talmente soporiferi da poter fare a meno dei sonniferi. Il finale condensa magnificamente la qualità sopra descritta, un concentrato di incompetenza ed improvvisazione operativa da parte della polizia con lieto fine per motivi commerciali, non certo per meriti investigativi e per perspicacia. Ad ogni modo il film è dignitoso e gli assegnerei come voto un 5,5

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