Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film
Ho definito questo film "la preponderanza dell'immagine".
Non esiste una (e dico una) inquadratura che non sia stata studiata nei minimi particolari.
Mano a mano che le immagini si svolgevano lungo la curva logaritmica di emozione che il film disegna mi sono trovato a pensare a La Montagna Incantata di Jodorowsky per alcune sensazioni profonde che risuonavano identiche (e la dedica finale del regista a Jodorowsky mi ha emozionato). E' stato, per me, come leggere un fumetto di Hugo Pratt, gli stessi silenzi, tempi lunghi, immagini che vorresti fermare per decifrare fino in fondo.
Importa, certo, che la storia sia multilivello, che il noir si mescoli con la metafisica, che la vendetta sia contro un uomo e anche contro Dio, che il perdono arrivi o meno, che le fantasie di eros e morte sfiorino temi quali incesto, omosessualità, pedofilia.
Ma cercare di ingabbiare questo film in una storia di genere è riduttivo.
Come voler ridurre un quadro di Pollock ai suoi soli incroci cromatici.
Nella mia personale classificazione è un film che va sotto l'etichetta: "O si ama o si odia."
Ed io l'ho amato.
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