Espandi menu
cerca
L'uomo d'acciaio

Regia di Zack Snyder vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 315
  • Post 214
  • Recensioni 6380
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su L'uomo d'acciaio

di alan smithee
6 stelle

Dal regista di Watchmen, il film più maturo, spigoloso, difficile e forse anche anti-spettacolare che probabilmente sia mai stato concepito da un comics di supereroi, le aspettative per il nuovo reboot di Superman erano piuttosto interessanti, soprattutto dopo che un pur bravo autore, (in senso assoluto direi decisamente migliore dello Snyder stesso) come Brian Singer ci aveva lasciato freddini con la sua precedente versione, incolore soprattutto a causa di un interprete decisamente dimenticabile (Brandon Routh, responsabile altresì della rovina cinematografica tutta stelle e strisce di un fumetto italianissimo come Dylan Dog), se non scenicamente piuttosto marmoreo nella sua onnipresente fissità espressiva.
In effetti questo film, di cui si parla da mesi e mesi, risulta una produzione sontuosa e in fondo almeno compatibile e speculare con l’entusiasmante pellicola del ’78 di Richard Donner, quella che esaltò e rese felici milioni di bambini della mia classe anagrafica; due filmoni accomunati tra l'altro da grandi nomi di vecchie star che appaiono in ruoli fondamentali ma sostanzialmente brevi (Crowe al posto di Brando è una scelta coerente anche dal punto di vista della stazza corporale, Coster in luogo di Glen Ford una scelta totalmente condivisibile), mentre un Henry Cavill in forma eccezionale si prepara a far strage di cuori e questa volta, col suo volto da bravo ragazzo dal profilo scultoreo ci sembra finalmente compatibile e degno di paragone con lo sfortunato ma indimenticabile e coraggioso Christopher Reeve. Anche il cattivo, impersonato dallo psicopatico per antonomasia, quel Michael Shannon che incanta e terrorizza col suo sguardo tra il perfido e il maniacale, non sfigura ripensando al Gene Hackman ironico di un Lex Luthor che qui al momento viene lasciato da parte.
Quello che viene da chiedersi con Superman è piuttosto perché non si riesca a dare una continuità ad una serie sul supereroe per eccellenza, quello che comunque risulta tra i più amati, se non il più noto in assoluto assieme a Spiderman. Come mai tanti fallimenti anche dal punto di vista produttivo? (Nicholas Cage ha inseguito per anni il sogno di interpretare il suo supereroe preferito fino a superare i limiti di età richiesti dalla parte). Certo tutte queste riproposizioni necessitano e richiedono di riprendere daccapo tutto il discorso e tutto ciò rende inevitabili (e di conseguenza ripetitive) tutti questi remake della medesima genesi dell’eroe d’acciaio.
Certo se poi ci si sposta da DC a Marvel la storia non cambia di molto ed in effetti non si può non notare come un cambio di timone da Raimi ad una giovane brillante promessa della direzione come Marc Webb, abbia reso indispensabile un reboot pure di Spiderman dopo una trilogia che tutto pareva fuor che vecchia o datata, oltretutto nelle mani di un regista geniale (ma qui in effetti un po' sprecato) come Sam Raimi. Se poi si pensa alle storie a fumetti che hanno per protagonista il nostro “Nembo kid”, esse sono spesso elaborate ed interessanti e sarebbe molto più piacevole vedere trasposte quelle piuttosto che sorbirci nuovamente, seppur con un dispiegamento di mezzi debordante e una tecnica aggiornata al progresso odierno e per questo anche entusiasmante, sempre la solita “solfa” del pianeta Kripton in agonia e delle dinamiche inerenti la nascita di un eroe che è quasi un messia per la nostra fragile sopravvivenza, tra incognite e folli attentatori dei destini del pianeta. Certo Snyder ha la decenza (e la furbizia) di evitare certe melensaggini legate all’infanzia dell’erede kryptoniano (episodi relegati ad un paio di pertinenti flashback) per concentrarsi sulla maturazione dell’eroe in un contesto da attesa apocalittica del tutto pertinente alla nostra incerta epoca post settembre 2011, incentrata su paure, timori di distruzioni e sconvolgimenti che sono in effetti gli incubi più ricorrenti del vivere quotidiano, di un’umanità che contrariamente al film non può proteggersi con un suo uomo d’acciaio ma e' invece vittima e succube della sua stupidità e avidità senza freni..

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati