Trama
Sul finire dell'Ottocento, come tanti suoi connazionali, Dino Pogolotti lascia l'Italia per cercare fortuna in America. Partito da Giaveno, il paese torinese in cui è nato, e giunto a New York, ha la fortuna di conoscere e sposare la figlia di un uomo molto ricco, che dona loro un'ingente somma di denaro. Con quei soldi, Dino si trasferisce a Cuba e, in attesa dell'arrivo del primo figlio, si trasforma in imprenditore edile, fondando alla periferia di L'Avana il Barrio Pogolotti, un quartiere popolare costruito su modello dell'edilizia sociale europea ma connotato da un'identità afrocaraibica. Nel ripercorrere la sua biografia e saga familiare, la regista Enrica Viola intreccia le storie dei suoi discendenti - il figlio Marcelo e la nipote Gracia - con le testimonianze degli abitanti del Barrio.
Note
Mi Pogolotti querido (Il mio amato Pogolotti) racconta – nella forma più classica del documentario – questo barrio (quartiere, appunto), mille case e un luogo unico, brulicante di vita e popolare, forte del proprio senso comunitario e della sua identità artistica e culturale. Enrica Viola riesce a trasferire in immagini tanta bellezza, a tradurre in sentimento questa periferia dell’Avana. E una partita a domino, giocata da quattro anziani del barrio, si trasforma in un’esperienza indimenticabile.
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