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Zero Dark Thirty

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su Zero Dark Thirty

di bardolfo
8 stelle

La Bigelow mi ricorda Rossini, che in visita a Beethoven, nella sua Vienna, viene accolto cordialmente dal grande compositore tedesco che si complimenta dicendo: "Bravo, bravo, molto bene, continui così e si dedichi alla commedia, all'opera buffa, in cui è bravissimo, non commetta l'errore di dedicarsi alle cose serie, non sono cose per voi".

La Bigelow è così, ma si badi bene, lo dico come un complimento (lo era anche per Beethoven); non c'è ironia di sorta. I suoi sono film "quasi" di genere, "quasi" leggeri. Ha una mano fenomenale, forse senza pari per questo tipo di opere: d'effetto, con la giusta dose di azione, tensione  e adrenalina alle stelle.

Ma i suoi film non sono mai sciocchi, sotto sotto lasciano sempre un dubbio, una domanda, in altre parole fanno un po' pensare senza suggerire la risposta.

Il modo in cui qui non cade nell'effetto gratuito, nello spettacolare (quasi mai diciamo), le da merito.

Certo, forse poteva essere più dura, più scarna e obiettiva nel mostrare la violenza e la brutalità delle torture; riuscire a farlo senza cedere nulla allo spettacolo, mostrando semplicemente la "banalità del male" non era cosa per un film come questo, penso che anche volendo non si sarebbe potuto fare, non avrebbe mai trovato un produttore. Così resta pur sempro un pungno nello stomaco dell'America.

Anche il fatto storico poteva essere probabilmente più aderente, penso soprattutto ai pensieri e alle motivazioni "dietro le quinte", quelli degli addetti ai lavori (agenti dei servizi e politici): pensieri che qui sono lasciati ad uno stadio molto naif; soprattutto si sorvola sul punto cruciale: perchè si sia deciso a priori di uccidere quest'uomo senza invece cercare di catturarlo e interrogarlo. Ancora manca tutta la costruzione del meccanismo burocratico (qui solo accennato), ma i film della Bigelow sono così: lei racconta storie di uomini soli contro tutto e tutti (mai ingranaggi di un meccanismo), ne ha bisogno per la sua epica. Ma in fondo è proprio nella costruzione epica del personaggio che questo si trova alla fine a fare i conti con domande più grandi, universali.

Da vedere e da pensarci su.

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