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Il figlio dell'altra

Regia di Lorraine Levy vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il figlio dell'altra

di zombi
8 stelle

tel-aviv e un villaggio palestinese della cisgiordania. il muro di separazione, di sicurezza o barriera di sicurezza in cisgiordania. due bimbi scambiati da neonati in un film sull'eterno conflitto vuol solo dire shock e sgomento. ma può anche voler dire avere la possibilità di conoscere quello che fin dalla nascita viene indicato come il nemico giurato. il film della levy ,che secondo me è un pò troppo breve, è un buon tavolo intorno cui sedersi per trattative di pace. certo, ovvio, a farla semplice per una mente naive come la mia. joseph figlio di ebrei originari francesi, il padre colonello. yacine figlio di palestinesi, il padre laureato è costretto a fare il meccanico perchè non ha il permesso di spostarsi. il giorno della visita per il servizio militare di joseph  si trasforma in quella che è una vita nuova. orith la madre di joseph vuole sapere il perchè della diversità del sangue del figlio. la sua perseveranza svela il grave e tragico errore di tanti anni prima. potrebbe finire qui. dopo il primo shock basterebbe cominciare a frequentarsi e conoscersi per capire come proseguire. in palestina non è così semplice. joseph non è più ebreo perchè figlio di palestinesi e yacine è più ebreo di joseph perchè lo è per nascita. questa battaglia domestica viene fin da subito gestita dalle madri per un ritrovato cordone ombelicale che si credeva reciso con la nascita del figlio. i padri nelle retrovie, sono ridotti bene o male al silenzio come nella bellissima scena del caffè al bar, oppure all'inizio sono destinati a scaricarsi addosso grappoli di bombe verbali abituati a farlo da sempre. i ragazzi invece familiarizzano da subito. joseph con l'animo artistico e yacine spesso a parigi per studio per diventare medico. ripeto, secondo me il film è un pò frettoloso. regista e sceneggiatori che sono stati abbastanza bravi a gestire il plot, anche qui disseminato di mine molto pericolose per lo sviluppo della storia, hanno saputo rendere credibile la trasformazione che invade i due nuclei familiari al di là e al di qua del muro di separazione/sicurezza. con una mezz'oretta in più il film sarebbe stato fluido e più completo. soggetto più volte affrontato precedentemente, il conflitto israeliano-palestinese è qui ricondotto alle origini della vita e dell'odio. il rabbino dice a joseph che essendo figlio di palestinesi non può essere considerato ebreo e bilal guarda al fratello yacine con sguardo diffidente da quando ha saputo che è figlio di ebrei. ma in una terra dove la morte fa parte della vita più che in tante altre parti del globo terrestre, l'amore per i figli fa retrocedere dalle proprie convinzioni ancestrali. gli attori sono bravi, ma con un pò più di tempo per sviluppare i loro ruoli sarebbero stati perfetti. qui sembra che debbano correre i 400 mt alle olimpiadi. mahmud shalaby, l'interprete di bilal ha due occhi che incantano.

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