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Papillon

Regia di Franklin J. Schaffner vedi scheda film

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La recensione su Papillon

di Furetto60
8 stelle

Notevole dramma carcerario

La storia vera, anche se un pò romanzata,ispirata al romanzo autobiografico  di Henri Charrière, un venticinquenne francese detto "Papillon" per via di  una farfalla tatuata sulla sua pelle ,che venne condannato all'ergastolo,pare ingiustamente.Il suo periodo di prigionia,trascorso nell'isola del Diavolo della Guyana francese, fu drammatico, a causa delle  severe e inumane condizioni,in cui i carcerieri costringevano i detenuti,obbligandoli a inutili  lavori forzati e  fu caratterizzato da innumerevoli quanto infruttuosi e spericolati tentativi di fuga, che gli costarono molti anni di isolamento,in condizioni al limite della sopravvivenza,in un "buco"sotterraneo", al buio e senza cibo,ciò malgrado riusci a  cavarsela alla men peggio,addirittura nutrendosi con degli insetti e fissando un piccolo pertugio, da dove entrava un piccolissimo spiraglio di luce.Riusci anche a stringere una proficua amicizia con Dega, un falsario compagno di sventura,così dopo un lungo calvario, alfine, riuscì a compiere una clamorosa e prodigiosa, nonchè definitiva, evasione.

Indimenticabile dramma carcerario, Interpretazione superlativa di McQueen e soprattutto di Hofmann. Ignoriamo ovviamente quanto ci sia di vero e quanto di inventato, ma la storia narrata, è avvincente e appassionante. La legittima voglia di libertà,spinge un individuo ad escogitare le idee più disparate ed estreme, pur di riconquistarla. Il film racconta la tragedia di un uomo,disperato, che patisce umiliazioni di ogni genere e le più feroci tribolazioni , ma per quanto prostrato,denutrito e angariato in tutti i modi,non è mai domo e non si arrende mai,lottando strenuamente,con tutte le sue forze per sottrarsi, ad un regime di vita, barbaro e disumano ,che non riconosceva ai prigionieri,nemmeno i diritti più elementari. Giova ricordare che, il vergognoso  bagno penale della Guyana, fu chiuso un anno dopo l'ultima fuga dello sventurato, quanto indomito protagonista. Voltaire,a riguardo, disse  che il grado di civiltà di uno stato, lo si misura, in base alle condizioni di vita nei suoi istituti di pena.

Un sistema giudiziario è efficiente ed evoluto,se in grado di  comminare la giusta pena ai colpevoli,ma anche concependo sempre, una qualche possibilità di redenzione e un eventuale percorso di  recupero,trattando i detenuti come persone, cioè adoperando verso di  loro, un comportamento rispettoso della  dignità ed umano , senza negare i diritti fondamentali, che sono imprescindibili,in uno stato democratico.

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