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Walesa - L'uomo della speranza

Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film

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La recensione su Walesa - L'uomo della speranza

di Spaggy
8 stelle

Con una confezione da prodotto televisivo di lusso (e in questo caso l'affermazione non è denigratoria), Walesa. Man of Hope del maestro polacco Andrzej Wajda racconta uno scorcio di vita di Lech Walesa, leader di Solidarnosc e premio Nobel per la Pace. Scegliendo di cominciare la narrazione con la famosa intervista realizzata da Oriana Fallaci per il libro Intervista al potere ed sono proprio le domande della giornalista e scrittrice italiana a far da filo conduttore alla ricostruzione degli eventi.

Dapprima reticente nelle risposte da fornire ad una donna dall’atteggiamento dittatoriale, Lech Walesa pian piano comincia ad aprirsi e a descrivere senza remore le tappe che hanno segnato la sua ascesa al potere, da quando era un semplice operaio dei cantieri navali di Danzica fino a quando divenne il leader della Polonia, appena liberatasi dalle grinfie del comunismo sovietico. Procedendo quindi per lunghi flashback, Wajda affida all’attore Robert Wieckiewicz il compito di rendere credibile sia nel fisico sia negli atteggiamenti, spesso sardonici, il personaggio di Walesa, poggiando sulle sue spalle quasi l’intero film. Con il ruolo della moglie interpretato da una convincente Agnieszka Grochowska, a stupire il pubblico italiano è l’intensa e raffinata prova fornita dalla nostra Maria Rosaria Omaggio, che senza lasciar nessun dettaglio al caso impersona una Fallaci talmente simile all’originale da lasciare impressionati: abbigliamento, voce, supponenza e modo di tenere la sigaretta per le mani, della scrittrice fiorentina sono studiati alla perfezione e l’immagine della “copia” finisce spesso con il sovrapporsi al ricordo dell’originale, ravvivandolo e mantenendolo in vita.

Usando la musica come parte integrante del racconto, ricorrendo a canzoni pop-rock di stile contemporaneo e con testi collegati alle varie vicende, Wajda dimostra di non essere rimasto fermo nella forma e di aver avvicinato il suo cinema a nuove forme e tecniche di ripresa e ciò è visibile soprattutto nelle scene in bianco e nero che usano gli attori per realizzare una copia conforme del materiale d’archivio a cui fanno riferimento. Nonostante un pizzico di didascalismo, Walesa rappresenta un ottimo esempio di come coniugare cinema d’autore e divulgazione storica tenendo sempre presente il pubblico e non solo la critica.

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