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Pane, amore e fantasia

Regia di Luigi Comencini vedi scheda film

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La recensione su Pane, amore e fantasia

di ethan
7 stelle

'Pane, amore e fantasia', diretto con leggerezza e brio da Luigi Comencini nel 1953 con un occhio alla Commedia dell'Arte, ritrae un'Italia paesana e un po' folkloristica che non c'è più, che si trova esattamente nel mezzo di un crocevia tra le macerie del secondo dopoguerra, ormai distante otto anni, ed il boom economico, che scoppierà all'inizio dei 'favolosi' anni '60.

Scritto da Comencini e basato su un soggetto di Ettore Maria Margadonna, il capostipite di una tetralogia si avvale di una trama molto semplice ma di dialoghi frizzanti ed arguti e della sapiente messa in scena dell'autore, sempre attento a dosare i ritmi e alle entrate e alle uscite di scena dei vari attori.

Bella anche l'ambientazione in esterni, che mostra un paesaggio brullo – quello dell'immaginario paese di Sagliena in Abruzzo, in realtà girato in Lazio - e affascinante e interessante l'uso del dialetto locale. Se si può muovere un appunto va detto che tutti i personaggi, specialmente quelli secondari, sono sempre a rischio macchietta.

Ovviamente, sotto la direzione di Comencini, sono gli attori - pur nutrendo alcune riserve sulla consistenza dei caratteri - il punto di forza del film: dal Maresciallo Carotenuto del simpaticissimo Vittorio De Sica, alla verace Bersagliera dell'esuberante e formosa Lollo (Nastro d'Argento come attrice protagonista), fino alla più contenuta ma anch'essa brava levatrice tratteggiata da Marisa Merlini nei ruoli principali, mentre trovo legnoso il giovane Roberto Risso nel ruolo del carabiniere di cui si innamora la Bersagliera; in parti secondarie spiccano l'anziana Tina Pica, nel ruolo di Caramella, Memmo Carotenuto ed un Gigi Reder alle prime armi ma già attore di razza.

Ebbe un enorme successo in patria e di critica all'estero con l'Orso d'Argento a Berlino e addirittura una candidatura all'Oscar per il soggetto.

Voto: 7.

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