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Palombella rossa

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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Utente rimosso (signor joshua)

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Palombella rossa

di Utente rimosso (signor joshua)
8 stelle

1989, dopo ventotto anni, dopo la guerra fredda, i Vietnam, le rivolte degli studenti, il pacifismo e tutto, il resto, dei cittadini di Berlino Est (moltissimi), dopo uno speciale permesso inoltrato dal governo, si recano nell'ovest, accolti a braccia aperte da quelli che un tempo erano i loro compaesani, vengono loro offerti cibo e birre gratis, e nei giorni successivi, abbatteranno il celeberrimo muro, con foga e convinzione, attirando l'attenzione di tutto il mondo, e con la barriera alta più di tre metri, a breve, crollerà anche l'URSS; dopo tutto ciò che è accaduto dalla Seconda Guerra Mondiale fino a quel momento, resterà nella storia come la più grande ed inutile corsa agli armamenti di tutti i tempi, costata milioni di dollari a tutte le nazioni che vi hanno preso parte ed infine conclusasi con la disfatta dei Russi per “mancanza di umanità”. Il mondo ricorderà, forse, tutti i momenti terribili che i cittadini di Berlino Est hanno patito (la mancanza di istruzione, le sottomissioni e tante altre cose), ma non il fatto che ciò non poteva più chiamarsi comunismo; è un dato di fatto, al di là di come uno la possa pensare al riguardo, che la prima regola del comunismo è “dare il potere al popolo” (chi non ha mai sentito la frase “Proletari di tutto il mondo unitevi”?) quindi, parlare di dittatura comunista, è semplicemente una contraddizione in termini, perché come può il popolo instaurare una dittatura ? Che fa, si sottomette da solo ? Il vero comunismo russo, se è andata bene, ci sarà stato i primi anni del dopo rivoluzione, ma da Stalin in poi, quello che poteva esserci dei pensieri marxisti scomparve. Solo che, i cittadini del mondo, convinti che l'abito faccia il monaco, non lo hanno capito, tanto che appoggiarono, come si è visto una guerra orale contro i “rossi mangia bambini”; questo è quello che, più o meno, è successo in quegli anni sul nostro pianeta (almeno per quanto riguarda noi esseri umani), per l'Italia, invece, la faccenda fu leggermente diversa. Ancora 1989, sono passati quarantaquattro anni dalla caduta del regime fascista, la monarchia viene abolita, la famiglia reale viene cacciata, e la sinistra, nonostante abbia collaborato alla liberazione, viene esclusa dal governo (su richiesta degli americani) e al potere finisce la Democrazia Cristiana; cominciano gli anni di piombo, le cosiddette brigate rosse sono il peggior incubo dei cittadini e non fanno altro che distruggere sempre di più la reputazione della sinistra, ci sono attentati e sequestri in continuazione, e il paese, dopo due guerre che lo hanno inginocchiato e dopo una lenta e difficoltosa ricostruzione, sta lentamente tornando verso il fondo. Se nei due decenni degli anni Sessanta e Settanta, il comunismo italiano aveva scricchiolato, la caduta del muro di Berlino lo uccide definitivamente. Moretti non è mai stato uno che usa abbellimenti per dipingersi una realtà tutta sua, è sempre stato un comunista, ma prima di tutto una persona sincera, che non si vergogna ad ammettere quando la fine è vicina; il suo personaggio è un membro del governo che ha perso una parte di memoria che lo infastidisce (proprio quella riguardante gli ultimi anni), che non parla mai né di politica né del proprio lavoro quando è a casa con sua figlia, che guarda Il Dr. Zivago con il pugno dritto davanti a se ma pregando con tutto se stesso che, almeno per una volta, Yuri riesca a raggiungere Lara prima che l'infarto lo colpisca, che si arrabbia e mette i puntini sulle per qualsiasi termine fuori posto (sa bene quanto le parole possano essere fraintese o manipolate), che gioca, controvoglia, a palla a nuoto da quando era molto piccolo, che trova la serenità di fronte agli amici veri, alla fratellanza e all'unione nonostante la sconfitta e che ha una terribile e profonda nostalgia dei tempi andati, quelli in cui poteva ancora permettersi di parlare di ciò che pensava senza essere additato, quelli dei pomeriggi del doposcuola, dei raffreddori primaverili e delle merendine col pane e cioccolata, che non ritorneranno più. In altre parole, parla di se (come sempre), utilizzandosi come metafora crepuscolare di un'Italia che sta tornando indietro senza neanche rendersene conto; il film parla della disunione del partito comunista come le litigate tra i componenti di una squadra che ce l'hanno con uno solo perché ha sbagliato una battuta, ma non da una consolazione che potrebbe metterci gli animi in pace, semplicemente si rinchiude nei suoi ricordi di bambino. Non è proprio tra i migliori di Moretti, ma è una cinica e disillusa metafora sulla fine della speranza in un'idea.

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